Sarà il periodo primaverile che scatena la vivacità della natura, sarà la bellezza di riscoprire dei veri e propri gioielli incastonati nei centri storici. Scegliete voi il perché, l’importante è che vi ritagliate un po’ di tempo per visitare di persona qualcuno dei tanti giardini storici da non perdere nelle Marche, un tempo luoghi di svago e vita mondana, oggi delle vere chicche conservate perfettamente e… a portata di città!
Con questo approfondimento vi portiamo in giro nella nostra regione per raccontarvi 10 luoghi “del verde urbano”, laddove, un tempo, regnavano banchetti e piacevoli conversazioni tra il profumo dei fiori e all’ombra degli alberi, quando – nel Rinascimento – queste location giocavano un ruolo importante nella vita di corte.
1. Giardini di Villa Buonaccorsi – Porto Potenza Picena (Mc)
Iniziamo il nostro “virtual tour” con il Parco Giardino della Villa dei conti Buonaccorsi, noto in Italia e nel mondo come esempio unico di giardino all’italiana magnificamente conservato. Siamo sulla sommità della collina detta di Montesanto, a breve distanza dal centro storico di Potenza Picena.
“Giardino Buonaccorsi è il perfetto esempio del Giardino delle Marche e, grazie alle amorevoli cure dei suoi proprietari, è sopravvissuto in condizioni eccellenti, per mostrarci come dovevano apparire gli altri”
Così scrisse la celebre studiosa di giardini, l’inglese Georgina Masson, durante una sua visita a metà del secolo scorso.
Struttura originaria del XVI secolo, fu fatta edificare sui resti di un precedente insediamento dal conte Raimondo Buonaccorsi, che la concepì come residenza di campagna della nobile famiglia.
Si tratta di un parco articolato in cinque terrazze principali che discendono la collina, tutti collegati da una ampia scala centrale. Qui abbondano vialetti di siepi di alloro, peschiere e aiuole geometriche a forma di stelle o di losanghe, ricche di numerose varietà di fiori molto ben curati. All’interno troviamo il “giardino segreto” e la “grotta dei frati”, nicchie, obelischi e statue mitologiche, fontane, giochi d’acqua, due grotte, aiuole ancora con la struttura originale, alberelli di agrumi e piante secolari e rare, oltre a statue raffiguranti Arlecchino e Pulcinella e la dea Flora. Possiamo continuare a raccontarvelo, ma non riusciremo mai a sostituirci alla bellezza di una visita diretta!
2. Giardini di Palazzo Ducale – Urbino
Celebre è il giardino pensile che Federico da Montefeltro fece realizzare nel Palazzo Ducale di Urbino, con il suo splendido ‘giardino all’italiana’, tra filari alberati, sculture e giochi d’acqua.
E celebre è anche la definizione che ne diede Baldassarre Castiglione, uno dei più importanti letterati dell’epoca.
“Non un palazzo, ma una città in forma di palazzo esser pareva”.
Situato nel cuore della città, questo giardino pensile si snoda fra gli alloggi del duca e quelli della duchessa, in un complesso architettonico che costituisce uno degli esempi più interessanti e riusciti dell’intero Rinascimento italiano. La sua realizzazione risale al 1474, è di forma trapezoidale con al centro una fontana di pietra impreziosita da una meridiana le cui linee orarie, poste sotto il livello dell’acqua, erano delineate in modo da tenere conto della rifrazione.
Restaurato negli anni ’80 del Novecento, oggi si distingue per la presenza di aiuole con prato verde, alberelli di gelsomino e gruppi di rose insolite, non rifiorenti, ma di grande fascino storico: “Scabrosa”, “Variegata di Bologna”, “Rose de Pientres”, “Chapeau de Napoleon” sono soltanto alcuni dei nomi. Le rose antiche, infine, formano ceppi unici disposti secondo le varietà, l’epoca di fioritura e gli effetti cromatici.
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3. Orto botanico – Urbino
Restiamo ad Urbino ma ci spostiamo questa volta all’interno del “grande orto” del Convento di San Francesco. Qui troviamo l’Orto Botanico, risale al 1809: la sua fondazione ebbe una grande risonanza nelle vicissitudini storiche della città.
Lo abbiamo definito “grande orto” perché si estende per circa 2.500 mq su un’area inclinata suddivisa in tre terrazzamenti. Qui notiamo una grande serra e, vicino, alcuni dei numerosi alberi monumentali presenti nell’orto, tra cui un leccio, un acero, un tasso, un Ginkgo biloba… Sono presenti altre due piccole serre, due vasche con specie acquatiche e un settore dedicato alle piante medicinali.
Strette aiuole e un’atmosfera silenziosa completano il bel “quadretto del verde”.
4. Giardini di Villa Caprile – Pesaro
Accolsero personalità molto famose e importanti, tra le quali Casanova, Stendhal, Rossini, Leopardi e Napoleone. Stiamo parlando dei Giardini di Villa Caprile, a Pesaro, oggi sede del locale Istituto Tecnico Agrario.
La villa, un monumento storico-artistico costruito a partire dal 1640 sulle basse pendici del colle San Bartolo, è immersa in un giardino all’italiana e si dispiega in tre terrazzamenti collegati da scalinate. Qui troviamo aiuole e agrumi con tanto di giochi d’acqua tuttora funzionanti, congegnati per lasciare a bocca aperta gli ospiti con getti improvvisi e divertenti.
Pomario, in cui trovano sede le piante da frutto, su modello del giardino arabo, caratterizzano il secondo giardino, mentre il terzo livello è interamente dedicato alle profumate essenze dell’epoca come il rosmarino, la salvia, il ginepro e il timo.
Degno di nota, infe, il teatrino di verzura, contenuto in un’arena di cipressi e realizzato completamente da vegetazione, compresi il palcoscenico e i gradoni, che attualmente è utilizzato per presentare piccoli e grandi eventi.
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5. Giardini Giacomo Leopardi – Arcevia (An)
Nella parte più elevata del centro storico di Arcevia, a circa m. 550 s.l.m., si snoda un parco ‘popolato’ da una moltitudine di piante ed arbusti dalle specie più svariate, una sorta di “monumento vivente” in continua trasformazione.
Sorto come vivaio del Corpo Forestale dello Stato alla fine dell’Ottocento, oggi è un giardino botanico e una vera e propria “aula didattica” all’aperto, un esempio vivente di biodiversità con le sue 60 specie tra alberi e arbusti, sia autoctone (dalla Roverella al Leccio, dal Carpino nero all’Acero di monte) che esotiche, (innumerevoli specie erbacee).
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6. Giardini della Rocca Ajello – Camerino (Mc)
Caratterizzati dalla presenza di 6 grandi aiuole bordate di bosso e traboccanti di fiori, con al centro una vasca ovale di pietra piena di ninfee e due romantici archi ricoperti da rose e clematidi, i Giardini della Rocca Ajello di Camerino risalgono al 1400.
Ad una prima fioritura di tulipani, narcisi e giacinti segue una profusione di rose antiche nei toni del bianco e del rosa. In estate e fino a novembre si susseguono le fioriture di ortensie, dalie e alti anemoni giapponesi dalle aeree corolle.
Non c’è angolo in cui i fiori non siano presenti a ingentilire le severe architetture medioevali con le loro esuberanti fioriture e vivaci colori. In fondo al giardino, al confine con i campi coltivati, spicca una collezione di rose da taglio divise per colore, che viene utilizzata dai fiorai della Rocca per realizzare grandi mazzi nei saloni della casa e addobbi di ogni tipo per gli eventi.
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7. Giardino dell’Infinito – Recanati (Mc)
E’ il giardino diventato celebre grazie a Giacomo Leopardi, che lì ambientò, nel 1819, la celebre poesia L’Infinito. A pochi passa da Casa Leopardi, a Recanati, nel 2019, bicentenario de L’Infinito, l’orto è stato riaperto al pubblico dal FAI dopo un lungo lavoro di restauro.
Oggi si presenta come un giardino punteggiato di alberi e ortaggi, fiori e frutti, quieto e silenzioso, da cui ancora si gode, aldilà di un muro, una vista eccezionale che spazia sulle dolci colline marchigiane fino al mare e ai monti. E’ un luogo capace di evocare, oggi come allora, il pensiero dell’infinito.
L’Orto sul Colle dell’Infinito è il culmine di una vera e propria “visita guidata” dentro la poesia, che invita, tra proiezioni immersive e coinvolgenti esperienze, a riscoprire la storia, il significato e il valore universale di pochi versi, capolavoro della cultura italiana.
All’interno del percorso incontrerete una piccola camera di registrazione dove è possibile registrare la propria lettura de L’Infinito per poi condividerla sul portale web appositamente realizzato dal FAI www.fainfinito.it Il portale navigabile on line sarà una specie di opera collettiva intitolata alla lirica di Giacomo Leopardi.
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8. Giardini di Villa Sgariglia – Grottammare (Ap)
Villa Sgariglia offre uno dei più interessanti esempi di giardino settecentesco della regione. Dall’andamento irregolare a terrazzi, dovuto all’andamento orografico del terreno, il risultato finale è un giardino in forma di vero e proprio teatro verde.
Il livello inferiore del giardino, di pianta quadrata, è ripartito da vialetti ortogonali in compartimenti piantati ad agrumi, limitati da siepi e arricchiti da sfere e anfore in pietra. Al centro della fronte terminale è posto un vasto bacino lobato con pesci e ninfee, ai cui lati due aperture danno l’accesso ad un sistema di grotte. Nel giardino si trovano piante rare ed esotiche come l’agave, la palma, il fico rampicante e la ninfea.
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9. Giardini di Villa Barucchello – Porto Sant’Elpidio (Fm)
Parco ed orto botanico pubblico che sorge in prossimità della riva marina, vi si accede percorrendo un viale fiancheggiato da maestosi lecci che conduce alla fronte anteriore dell’edifici, o decorata da una piccola collezione di conifere. Nella parte antistante del giardino spicca, fra tante essenze straniere, il cipresso tipico della nostra flora mediterranea e, tra le altre, un folto cespuglio di palma nana, l’unica palma spontanea dei nostri climi.
Quasi sotto i rami del cedro troviamo un piccolo esemplare di cicas, un vero e proprio fossile vivente simile per aspetto alle palme ma più vicino, dal punto di vista evoluzionistico, alle conifere.
La parte interna del giardino ha il suo centro nella fontana che, nella tarda primavera e nell’estate, si ricopre delle grosse foglie tondeggianti dei bianchi ed eleganti fiori della ninfea.
10. Giardini di Villa Seghetti Panichi – Castel di Lama (Ap)
Il giardino risale al periodo compreso tra il 1875 e i 1890, realizzato sul progetto di un personaggio di spicco nell’ambito europeo: il grande paesaggista tedesco Ludwig Winter.
Il parco si segnala come il primo giardino storico italiano, con rilevamenti di vaste aree bioenergetiche. I rilevamenti di elettromagnetismo sono durati due anni.
Camminando in una piacevole cornice naturale e sostando in luoghi calmi e rasserenanti, si può usufruire di un percorso che suggerisce al visitatore una verifica concreta dei particolari effetti benefici generati dalle varie specie di piante. Alcune sono tipiche del paesaggio marchigiano, per esempio faggi rossi e querce. Altre, soprattutto attorno al morbido laghetto, sono orientali.
Come in ogni giardino di Winter, infine, anche qui esiste un piccolo angolo dedicato alla meditazione: il “romitorio”, luogo che offre pace e interiorizzazione a ciascun visitatore.
Info utili
Scori tutti i giardini storici delle Marche sul sito del turismo della Regione
Bellissimi video clips con i nostri due fantastici amici Valerio e Fabrizio! ..Le Marche nel ..cuore !!
Non ci sono parole una meraviglia
Ottima indicazione chiara e concisa