Le Marche e la loro identità, fatta di borghi, artigianato e persone che amano raccontarsi.
La vera vacanza nelle Marche è fra le persone per scoprirne la “marchigianalità“.
Questa intervista con Graziano Giacani ci porta in una dimensione più intima e sincera delle Marche. Dove il territorio è direttamente connesso alla propria identità grazie alle storie e le esperienze delle persone che la vivono!
Parlaci un po’ di te: chi sei, cosa fai nella vita?
Artigiano, anzi Art-igiano prima che Art-director. Nasco in una famiglia di artigiani e respiro l’ambiente del lavoro “manuale” fin da bambino. Inizio il mio percorso proprio dentro la “bottega” di mio padre, a trasformare la materiale in oggetti. Ma la voglia di creare nuovi scenari e di utilizzare la creatività per generare opportunità mi ha portato ad approfondire e studiare il mondo della grafica e della comunicazione. Ad appassionarmi a questo mondo e a farne un lavoro.
Artigianalità e comunicazione
Due ingredienti molto diversi fra loro ma che hanno generato un modo di fare diverso, un approccio al linguaggio “pubblicitario” manuale, sanguigno, profondo. Oggi sviluppo strategie di identità di Marca, faccio “branding” con questo medesimo approccio e spirito: con le mani oltre che con la testa.
L’obiettivo, mio e di tutta la Fonderia Creativa, è quello “artigiano” di creare opportunità sempre nuove, combinando inaspettatamente gli elementi della comunicazione (persone, messaggi, il mercato, i nuovi pubblici) al fine di esaltare i clienti attraverso i loro punti di forza ma anche le loro debolezze. Un percorso che si fa insieme e che basa sull’onestà del messaggio la sua forza, in un’epoca dove tutto è sotto gli occhi di tutti.
Jesi e le Marche sono la tua dimora, dove ritrovi i luoghi del cuore? Quale scegli di raccontarci?
Non appena esco da questo territorio, magari per una grande città, comprendo fino in fondo il valore e la bellezza di questi spazi. Il paesaggio, che cambia continuamente, le persone e il loro modo di fare, le tradizioni.
Tutto questo lo ritrovo continuamente a
Jesi e nel suo centro storico.
Una continua scoperta, uno stupore quotidiano. Basta fare una passeggiata nel cuore di Jesi, alzare lo sguardo di qualche metro dal livello della strada e si scopre un mondo completamente nuovo e inaspettato. Fatto di storia, di palazzi, di blasoni, di famiglie nobili.
Credo che il centro cittadino, per ogni borgo marchigiano, sia il “luogo del cuore”
E la cosa più bella è senza dubbio scoprirli parlando con le persone, entrare nel mondo marchigiano attraverso le storie, le parole e i ricordi delle persone. È un contaminarsi profondo, poiché a volte sono proprio i “forestieri” a vedere aspetti della bellezza marchigiana che non avevi notato mai.
Con Fonderia Creativa seguite interessanti progetti legati al riposizionamento di marca di aree e territori.
Potresti raccontarci qualche esempio nelle Marche?
Ce ne sono diversi, ma in ordine di tempo l’ultimo lavoro su cui abbiamo lavorato sono senza dubbio le finali di Coppa Italia Old Wild West seria A2 e serie B di Basket. Un importante avvenimento sportivo che si è svolto qui nelle Marche, a Jesi e Fabriano.
L’intento è stato quello di rappresentare qualcosa di inedito: due territori,
Fabriano e
Jesi, protagonisti dello stesso messaggio ma con storie, simboli, identità differenti. Ne è nato un processo creativo che ha portato ad uscire dalla ricerca o creazione di un simbolo comunicativo alla creazione ed esaltazione di un archetipo partendo da ciò che realmente unisce questi due territori.
Abbiamo quindi riprodotto un paesaggio marchigiano idealizzato, concentrandoci sui suoi forti punti di riconoscibilità: il fiume, la dolcezza delle colline e la durezza delle montagne, le coltivazioni differenti, i cascinali, le colture tipiche come la vigna.
Dal simbolo all’archetipo. Un bel tentativo per raccontare un territorio alle migliaia di persone in tutta Italia interessate all’evento sportivo ma sorprese dal territorio che lo ha accolto.
Progetto visual – Coppa Italia Old Wild West seria A2 e serie B di Basket
Sei direttore creativo e ideatore del Brand Festival. Raccontacelo brevemente e come, secondo te, una destinazione come le Marche, può sviluppare a pieno una propria identità di marca?
Non è facile raccontare in poche parole un festival con oltre 100 ospiti, 40 eventi ed 8 giorni di iniziative. Si tratta di qualcosa di unico, una grande e trasversale riflessione e approfondimento sul tema dell’identità e di come può generare opportunità per tutti.
Brand Festival: Un evento che non è “anche” a Jesi ma può essere “solo” a Jesi.
- Che si fonde con la città, nei suoi teatri e nei suoi palazzi storici, nei suoi locali e negozi, con le sue persone.
- Che parla ai professionisti della comunicazione di tutta Italia ma che mette al centro la comunicazione marchigiana.
- Che crea occasione di formazione sul branding e sulla comunicazione per tutti, dai negozi ai locali, dagli studi legali alle strutture ricettive.
Ma soprattutto che mette le Marche e Jesi al centro della comunicazione italiana, portando “in provincia” i più grandi esperti del settore, le aziende internazionali più importanti, le storie di branding più esaltanti. E il territorio si apre ad accogliere.
Le Marche hanno uno (o tante!) identità da salvaguardare
L’ha tenuta nascosta per tanto tempo, esempio di un carattere “artigiano” mai propenso all’esaltazione personale. Oggi questi suoi tratti unici vengono scoperti giorno dopo giorno da chi fino a poco tempo fa non sapeva nemmeno a che “distanza” si trovasse la nostra regione.
È un processo inevitabile e che pone tutti quanti, dagli amministratori ai professionisti della comunicazione, davanti ad una scelta chiave: subire o governare tale processo.
Credo che gestire questo percorso di esaltazione e affermazione delle Marche a livello turistico e non solo, sia una sfida molto importante ma cruciale se si vuole ambire ad un’evoluzione anche economica futura. Ed un lavoro che non può fare “solo” un amministratore pubblico, un’azienda o un’agenzia di comunicazione. Va fatta tutti insieme. Dal basso per generare consapevolezza e dall’alto per guidare il percorso. Ancora forse siamo un po’ indietro.
Infine, quali suggerimenti potresti consigliare a chi desidera venire in vacanza nelle Marche?
La vera vacanza nelle Marche è fra le persone. Scoprire la “marchigianalità” significa parlare, ascoltare e dedicare tempo ai marchigiani e alle loro storie. Solo così si possono gustare le Marche, stando con chi ha fatto di questa terra la propria vita. Chi lavora la terra, chi lavora con le mani, chi trasforma la materia prima in un’eccellenza mondiale. È solo così, entrando in contatto con le tradizioni, i dialetti, i credi delle Marche che si scopre questa regione.
Un consiglio? Date Tempo alle Marche…
Non scegliete grandi strutture o vacanze “mordi-e-fuggi”.
Piccole strutture e qualche giorno in più per parlare con le persone. Girare, ma non troppo velocemente.
Concludendo …
Condivido con Graziano la necessità di far emergere micro storie e esperienze vere per consolidare una nuova concezione d’identità, meno patinata e più vera. Un turismo lento che richiede tempo per essere apprezzato.
Questo viaggio con le interviste su “Raccontaci le Marche“ ci parla di una regione che vuole emergere e lo sta facendo unendo la tradizione con l’innovazione lasciando nel cuore di chi vive e visita le Marche un’emozione contagiosa!
Raccontateci pure voi cosa vi fa innamorare delle Marche, basta scriverci e seguire Marche Tourism sui nostri social menzionandoci!
A presto con #destinazionemarche. Silvia
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