Viaggiare per le Marche è il modo migliore per perdersi e poi ritrovarsi.
Caparbi, testardi e irremovibili. Caratteristiche tipiche dei marchigiani, un grande valore da tenersi stretto!
Ne parliamo con Andrea di Efficacemente che dalle ridenti colline marchigiane a Londra ci parla come sia importante per una persona la crescita personale e gestione del tempo raccontandoci i suoi luoghi del cuore.
Ciao Andrea, parlaci un po’ di te: chi sei e cosa fai nella vita?
Presentarmi con un unico “titolo” non è sempre facile, per questo da alcuni anni uso questa formula che descrive abbastanza bene il mio percorso: sono un ingegnere, un ex-manager di una multinazionale della consulenza di direzione e oggi gestisco le mie attività online da Londra, dove vivo e lavoro. Tra queste attività, quella che ha avuto più visibilità e che occupa gran parte del mio tempo lavorativo è EfficaceMente.com, un blog dedicato alla divulgazione delle migliori strategie di crescita personale, nato alla fine del 2008 e che oggi ha raggiunto i 6 milioni di visitatori all’anno e sono emozionato perché fresco di stampa è il mio primo libro con Rizzoli: “Riconquista il tuo tempo“.
La vita ti ha portato dalle ridenti colline marchigiane a Londra. Quando torni nelle Marche e quali luoghi del cuore e della tua infanzia ritrovi? E quale vorresti raccontarci?
Ho lasciato le Marche a 18 anni, quando sono andato a studiare a Bologna. Oggi di anni ne ho 35, eppure in questo lungo periodo da “emigrato” ho sempre cercato di tornare tra le mie ridenti colline all’incirca ogni 3-4 mesi.
Il luogo delle Marche a cui sono più legato naturalmente è il mio paesino di origine: Filottrano, in particolare modo la casa in campagna che mio padre ha ristrutturato diversi anni fa e che si trova nella zona di Villa Centofinestre.
Ecco, questo è sicuramente il mio luogo del cuore, quello che mi trasmette immediatamente un senso di pace e felicità ogni volta che ci torno.
Non saprei dirti esattamente il perché: è un mix unico di paesaggi, profumi, sapori che non ho ancora trovato in nessuna altra parte del mondo.
Crescita personale, produttività e motivazione sono gli argomenti che tratti nel tuo utilissimo blog.
Avresti delle tappe nelle Marche da consigliarci per iniziare un viaggio in se stessi e iniziando un percorso di crescita personale?
Termini come produttività o efficacia personale tendono spesso ad essere fraintesi: rimandano ad ambienti cittadini frenetici, ad una società spesso di stampo anglo-sassone che sembra andare sempre a 100 km/ora.
In realtà la mia filosofia di crescita personale è stata profondamente influenzata proprio dalla mia terra d’origine.Le Marche sono riconosciute a livello nazionale e non solo come una delle regioni più laboriose d’Italia, ma anche come una delle regioni in cui la qualità della vita è più alta.
Per quanto riguarda la laboriosità c’è un’espressione nello specifico che descrive molto bene il carattere dei marchigiani: siamo “tignosi“. Questo termine (la “tigna“) ha spesso una connotazione negativa in altre parti del Bel Paese, ma nelle Marche rappresenta quella determinazione assoluta a voler far accadere le cose.
Ecco, se dovessi suggerire un percorso ideale alla scoperta della nostra regione e di noi stessi, suggerirei di passeggiare tra le nostre colline e osservare quei contadini di 70 o 80 anni che nonostante l’età sono lì nell’orto o nel campo a lavorare, di visitare quei distretti industriali del mobile o delle calzature che ci hanno resi famosi in tutto il mondo.
Ma ricorderei anche al nostro viaggiatore immaginario che al lavoro intenso deve sempre seguire un momento di pausa e di riflessione; per questo lo inviterei a passeggiare, in un tardo pomeriggio di fine-primavera, lungo il percorso verde che va dal centro di Cingoli al parcheggio del Foro, oppure gli consiglierei di osservare l’alba dalla spiaggia delle Due Sorelle sotto il nostro bellissimo monte Conero.
In un tuo articolo racconti bene una delle caratteristiche marchigiane necessaria per raggiungere obiettivi più ambiziosi, ovvero la determinazione e la testardaggine.
Come credi che le Marche possano “essere tignosi” ed emergere nel panorama delle destinazioni italiane e straniere?
Mio padre non amerà molto quanto sto per dirti, ma su questo punto abbiamo opinioni diverse. Lui ama il fatto che le Marche siano isolate e non sempre facili da raggiungere, ma avendo viaggiato per mezzo mondo e vissuto in diverse città italiane e straniere, sono sempre più convinto che se vogliamo attirare un turismo di un certo livello nella nostra splendida regione, abbiamo bisogno di due elementi chiave: dei migliori collegamenti e strutture ricettive all’avanguardia.
Sono grato per poter raggiungere le marche in aereo, grazie all’Aeroporto di Falconara, ma ogni volta che atterro ho l’impressione di essere tornato indietro di un decennio.
Naturalmente un aeroporto minore non può avere le risorse di aeroporti ben più blasonati, ma a volte sono i piccoli dettagli che non richiedono ingenti investimenti a far la differenza: bagni in ordine e attrezzati, personale cordiale e disponibile, bar e chioschi che trasmettano subito la nostra tipicità e non somiglino piuttosto a strutture fatte con lo stampino e che si possono trovare identiche in tutto in mondo.
Per quanto riguarda poi le strutture ricettive, credo che l’attuale offerta soddisfi molto le famiglie, ma se si vuole attrarre anche un turismo di lusso, forse è necessario pensare a strutture di livello superiore e pacchetti che includano visite guidate nei luoghi più caratteristici delle Marche.
Mi permetto di dare questi suggerimenti solo perché amo la mia terra e non con la pretesa che quanto detto sia di facile o immediata realizzazione.
Infine, quali suggerimenti vorresti dare a chi desidera venire in vacanza nelle Marche?
La nostra regione può offrire molto, anche se certi gioielli sembra quasi tenerli nascosti per gelosia.
A chi visiterà le Marche suggerisco quindi di non soffermarsi alle mete più conosciute, ma di approfondire, di parlare magari con chi è del luogo per cercare quelle gemme grezze che noi marchigiani diamo a volte per scontate, ma che sono di una bellezza mozzafiato per degli occhi stranieri.
Conclusioni
Il modo migliore per perdersi e poi ritrovarsi è un viaggio lento ma intenso nelle Marche. Conoscere le persone, scoprire luoghi e abitudini che ci possono far crescere e migliorare una volta tornati nella nostra routine lavorativa e cittadina.
Ringrazio Andrea per la sua collaborazione e vi consiglio di rileggervi le altre interviste su “Raccontaci le Marche“ per scoprire le Marche con gli occhi chi le ama!
Raccontateci pure voi cosa vi fa innamorare delle Marche, basta scriverci e seguire Marche Tourism sui nostri social menzionandoci!
A presto con #destinazionemarche. Silvia