Quando si dice città dell’amore siamo tutti abituati a pensare a Verona o a Venezia, ma in pochi sanno che il Santo patrono degli innamorati, San Valentino, è a Sassocorvaro, nelle Marche.
Sassocorvaro, da qualche anno “Comune diffuso” dal nome ufficiale Sassocorvaro Auditore, all’interno della provincia di Pesaro Urbino, immerso tra le colline del Montefeltro, è un antico quanto suggestivo borgo che sorge nella Valle del Foglia, a ridosso del lago di Mercatale. Il paesino è stato eretto intorno ad una bizzarra fortezza a forma di tartaruga, la Rocca Ubaldinesca, di cui parleremo più avanti.
Ma perché abbiamo detto che San Valentino è a Sassocorvaro? La risposta è semplice, un po’ meno la diatriba che c’è dietro. Perché proprio a Sassocorvaro è custodita la parte più significativa della reliquia di San Valentino, ossia il cranio. Questo, insieme ad alcune ossa del corpo, si trova all’interno di un’urna nella chiesetta di San Valentino, ovvero l’Oratorio della Santissima Trinità. Ma andiamo per ordine.
Chi era San Valentino?
Secondo la leggenda anglosassone Valentino era un vescovo di Terni che, ogni qualvolta una coppia di giovani innamorati andava a fargli visita, si recava nel suo giardino, coglieva una bellissima rosa e la offriva loro in dono: attraverso quel semplice gesto, l’amore dei due riceveva la benedizione divina.
I racconti leggendari su san Valentino si diffusero velocemente in tutto il territorio italiano e il religioso venne ben presto considerato come una sorta di Cupido, iniziando a ricevere vere e proprie flotte di coppiette. Non riuscendo più ad accontentare tutti, stabilì un giorno dell’anno durante il quale dare un’unica benedizione.
Quel giorno, però, non era il 14 febbraio: la ricorrenza, oggi, cade nel giorno della sua morte, avvenuta, per l’appunto, il 14 febbraio del 273.
Un’altra leggenda, questa volta statunitense, racconta invece di una lite furibonda tra due fidanzati: Valentino fece volare attorno ad essi molte coppie di piccioni, i quali presero subito a scambiarsi dolci effusioni d’amore. Da questo episodio derivererebbe la celebre espressione “fare i piccioncini”.
Secondo la ricostruzione basta su documenti storici conservati anche in Vaticano, San Valentino morì decapitato durante la notte e alcuni discepoli del filosofo Cratone, convertiti al Cristianesimo, lo seppellirono sulla collina di Terni, nonostante sapessero bene che avrebbero pagato tale gesto di coraggio e affetto con al stessa atroce pena.
La storia della reliquia di San Valentino
La tradizione – e con essa un’antica diatriba – vuole che San Valentino fosse sepolto a Terni, presso uno dei monumenti religiosi più importanti della città. Ciò che molti non sanno, tuttavia, è che il Santo Valentino di Terni non è quello venerato dagli innamorati, ma un altro dal medesimo nome.
Le reliquie del santo che gli innamorati invocano come protettore si trovano in verità a Sassocorvaro, conservate all’Oratorio della Santissima Trinità, all’interno di un’urna nera in legno, con tanto di sigilli e cornice d’oro nella parte superiore.
Questo luogo di culto fu fatto edificare nel 1722 (1743 secondo altre fonti) per volere dell’abate Gaspare Fabbri: questa scoperta è stata resa nota oltre un ventennio fa, in seguito a studi che ne hanno accertato la provenienza, mettendo fine – in un certo senso – all’annosa contesa con Terni su chi potesse o meno fregiarsi del titolo di capitale degli innamorati.
Il San Valentino che riposa nelle Marche proviene dal cimitero romano di Calepodio e ogni suo spostamento è stato nel tempo certificato con sigilli e atti ufficiali. Alcuni studiosi, a difesa della tesi ternana, hanno tuttavia sollevato dei dubbi sull’identità di questo santo, sostenendo che, in realtà, i Valentino fossero due: l’uno prete di Roma e l’altro vescovo di Terni, una tesi che ha tentato in qualche modo di mettere d’accordo tutti.
Per completare questa diatriba – mai del tutto risolta – va detto che in Italia esistono almeno 8 santi con il nome di Valentino e di fatto non è dato sapersi quale di questi sia il vero patrono degli innamorati, protagonista delle storie di cui abbiamo narrato poco prima.
Cosa vedere a Sassocorvaro
Sassocorvaro è un borgo incantato e molto romantico, che si affaccia sul lago di Mercatale regalando tramonti mozzafiato momenti suggestivi agli innamorati “benedetti” da san Valentino!
E’ sorto attorno alla Rocca Ubaldinesca, eretta su disegno di Francesco di Giorgio Martini. Visitarla equivale ad un tuffo nel passato, fatto di battaglie e nascondigli segreti. Durante la Seconda Guerra Mondiale custodì dalla vista dei nazisti più di 10mila capolavori di artisti quali Piero della Francesca, Carlo Crivelli, Raffaello, Tiziano, Lorenzo Lotto e Andrea Mantegna.
Il centro storico racchiude piacevoli sorprese, come gli affreschi della Collegiata di S. Giovanni e la chiesa di S. Valentino.
Periodicamente vengono organizzati eventi capaci di attirare numerose persone da fuori regione, quali la Festa del Contado, il Palio de lo Corvo, la Scantonata podistica non competitiva e le Note di Gusto.
Itinerari nelle vicinanze
Per completare una giornata a Sassocorvaro, dopo aver camminato per le vie del borgo e visitato la chiesetta di san Valentino e la Rocca Ubaldinesca, per gli appassionati del verde consigliamo un’escursione al Parco del Sasso Simone e Simoncello, tra boschi e praterie sulle tracce della “Città del Sole”, ardita roccaforte medicea a oltre 1200 m. d’altezza.
Sulla via del ritorno potete fare una sosta a Carpegna, terra del prelibato prosciutto Dop: avrete l’occasione di scoprire il mistero delle campane fantasma della chiesa di S. Nicolò, il Palazzo dei Principi e il bosco del Cippo, dove si allenava Marco Pantani.
C’è poi Frontino con il suo castello, oltre a svariati altri borghi da scoprire lungo il percorso del Beato Lando. Tornando sulla costa, infine, potrete visitare un’altra città romantica delle Marche, Gradara, con il suo meraviglioso castello, luogo della tormentata passione tra Paolo e Francesca descritta da Dante nel quinto canto dell’Inferno.
Fonti
- “Forse non tutti sanno che… nelle Marche” di Chiara Giacobelli
- “Guida insolita, ai misteri, ai segreti, alle leggende e alle curiosità sulle Marche” di Filippetti, Ravaglia
In copertina: elaborazione grafica su foto di Alessandro Bugatti
Molto bello e particolare. Mi è piaciuto.
Bello. Sono stato li 21 anni fa in quel bel posto.