Nelle Marche, ogni valle vitivinicola merita una visita, una gita, un passaggio da un borgo all’altro con gli occhi aperti alle sfumature di colore che vanno dal verde, al giallo, al rosso, all’arancio e al marrone. Senza disdegnare lo sfondo azzurro del mare che spesso incornicia le vigne della costa. Oggi vi portiamo alla scoperta di un mondo riservato e delicatissimo, quello dei vini rosati, che tentiamo di svelare e rivelare per conoscerlo meglio e apprezzarlo sempre più. A cominciare dal nome su cui ancora si dibatte: rosa, rosato o rosé?
Rosa, rosato o rosè?
Iniziamo dal più facile: generalmente si usa “rosé” per gli spumanti. I nuovi manuali di enologia tendono a usare il termine “rosa” sulla base del fatto che ci sono dei vini che riportano già in etichetta il termine “rosato” come i Chiaretto, i Cerasuolo e dunque “rosato” renderebbe fuorviante il concetto di un colore che è, invece, a tutti gli effetti, rosa. Più o meno chiaro.
Come nascono i vini rosa?
In attesa di sapere come chiamarli intanto diciamo che nascono dalla spremitura soffice di uve a bacca rossa ove, naturalmente, alcune varietà sono più appropriate di altre. La separazione delle bucce dal mosto dopo qualche ora ne determinerà il colore e gli aromi. Pur producendone tanto, siamo a un livello molto basso nel consumo interno.
Vino rosa, vino femminile? No, vino di una versatilità unica
Ne beviamo pochi poiché finora sono stati associati a un uso estivo, costiero e femminile. In verità, a ben conoscerli, sono di una versatilità unica! Ottimi con i piatti di pesce della nostra tradizione, con salumi leggeri, carni bianche, verdure, pizze, focacce e piadine farcite, i vini rosati sono buoni in tutte le stagioni. Semplicemente perfetti in un ristorante sul mare, altrettanto piacevoli in occasione di un picnic di primavera con un tripudio di verdurine fresche che sanno di rinascita alla Vita. E la versione spumante, stappata la Vigilia di Natale, non ci sembra che faccia subito festa? Manca l’autunno e mi vengono in mente le prime zuppe calde profumate di legumi ed erbe aromatiche. Se la portassimo in dono per un compleanno, siamo sicuri che non susciterebbe più curiosità delle già note bollicine d’Oltralpe? Magari accompagnata da due parole sulla storia del vitigno da cui nasce o sulla famiglia del suo produttore. Provate e vedrete che risultato sorprendente!
Un tour nei vini rosati delle Marche
Siamo nelle Marche e ogni collina ha il suo vitigno. Impossibile prescindere dal valore della potenza della composizione naturale del terreno. Ogni valle vitivinicola merita una visita, una gita, un passaggio da un borgo all’altro. Siete pronti? Seguiamo le tracce dei vitigni rossi da cui ottenere il nostro amato rosé.
Provenendo da nord, le Marche enologiche ci accolgono sulla falesia del Parco del San Bartolo dove ha preso casa il Pinot Nero, un vitigno di origine francese impiantato qui durante le scorribande napoleoniche di fine Settecento e considerato, ad oggi, un vitigno autoctono. Cantine e vigneti a picco sul mare vi accoglieranno per visite e degustazioni speciali. E se sceglierete di passare da queste parti in estate, brinderete davanti a tramonti mozzafiato.
Risalendo la valle del Metauro, rinomata terra di produzione del Bianchello del Metauro DOC, troviamo una bella quantità di Sangiovese da cui si creano diversi vini e spumanti rosa, bolle graziose e conviviali adatte a ogni occasione. Meritano una visita i borghi antichi arrampicati sulle alture lungo la Strada Consolare Flaminia aperta nel 220 a.C. circa dal console Gaio Flaminio per unire Roma alla costa adriatica.
Da San Costanzo con il suo teatro bomboniera, a Montemaggiore al Metauro che vide affacciarsi dalle sue mura lo statista Winston Churchill, Barchi e il suo campanile, Piagge e le grotte ipogee, Fossombrone, residenza dei Duchi di Urbino fino alla Gola del Furlo, tenace opera di ingegneria dell’Impero Romano.
Da Cagli, verso la valle del Cesano ci imbattiamo in uno dei vitigni più antichi d’Italia attestato fin dal medioevo prodotto in tante versioni, dallo spumante al passito: l’Aleatico Pergola Rosso Doc. Da non perdere una visita a Pergola, Fratterosa e Mondavio, veri gioielli ricchi di storia.
Siamo entrati nella provincia di Ancona e non parliamo della DOC Rosso Conero? Dalla suggestiva Numana a picco sul mare a Osimo, la città dei senza testa, Cupramontana, Jesi, Staffolo, Fabriano, da secoli capitale della carta pregiata. Difficile citare tutte le decine di città e paesi degni di visita: 23 Bandiere Arancioni assegnate dal Touring Club vorranno pur significare qualcosa di buono! Da queste parti, in una microzona fertile troviamo il reame della Lacrima di Morro d’Alba, protagonista ogni anno di una sagra a tema. Il rosé di Lacrima è una vera gioia per il palato.
“I vitigni appartengono ai territori dove sono piantati” diceva Luigi Veronelli e se da qui in poi si inizia a piantare il Montepulciano, state pur certi, che non sarà uguale a quello toscano o abruzzese. Qui, nelle Marche, il vino sa di terra, di colline brumose, di strette di mano poderose. Non perdiamo il focus, stiamo ancora seguendo le tracce dei vitigni rossi da cui ottenere il nostro amato rosé! Se dico Vernaccia a cosa pensiamo? A un vino frizzante, sì. Dolce e profumato. Non proprio rosa, ma rosso violaceo.
Alcuni viticoltori qui hanno creato belle versioni in rosa con vitigni Sangiovese, Merlot e Pinot Nero. Mentre sarete alla ricerca di qualche cantina presso cui fare acquisti, non perdete l’occasione di visitare Recanati (Leopardi ne è sempre felice!) il lago di Cingoli (in estate è pieno di attrattive!) Macerata (ebbene sì, siamo arrivati nel cuore delle Marche!), Civitanova Marche, Visso e Ussita e i tanti Comuni colpiti dal terribile sisma del 2016 (sosteniamo la loro economia turistica locale!).
Le province di Fermo e Ascoli Piceno sono l’habitat naturale del Rosso Piceno, terra, da sempre, vocata alla viticoltura e non mancano versioni rosa e rosé degne di nota per profumi e intensità. Anche qui, c’è solo l’imbarazzo della scelta per conoscere nuovi territori o città. Dal capoluogo Ascoli con la sua piazza/salotto in travertino, a Ripatransone con il vicolo più stretto d’Italia a Offida con la sua bellissima chiesa a picco sulla valle senza dimenticare i Monti Sibillini e i suoi sentieri dove tutto ci parla di magia buona.
I vini rosa marchigiani ci colpiscono con la vista, ci conquistano con i profumi e ci fanno innamorare al primo sorso.
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Info utili
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Buona scoperta delle Marche da Nicoletta – Gustovagando per le Marche
Terra ancora sconosciuta ma piano piano, un paese alla volta la scoprirò, lo spero! Grazie per questa “cartolina” Marchigiana
Ogni borgo e ogni collina saranno una vera scoperta.. Grazie per aver apprezzato e buon viaggio nelle Marche!