La Festa del Covo di Campocavallo: 5 esperienze imperdibili

A Campocavallo di Osimo si svolge dal 1939 una Festa molto particolare e suggestiva. È una festa a sfondo religioso di origine contadina che celebra l’estate, la natura e i suoi frutti assieme alla creatività e all’ingegno degli abitanti del paese. La Festa del Covo nasce come ringraziamento per il raccolto del grano e proprio le spighe di grano ne sono protagoniste assolute.

Ogni prima domenica di agosto, alla Beata Vergine Addolorata che si venera nel Santuario di Campocavallo, viene offerto in festante processione il COVO, un “monumento al grano” realizzato con 2-3 milioni di spighe sapientemente intrecciate a formare vere e proprie opere d’arte rurale.

Sin dalla sua origine, il Covo rappresenta ogni anno un tema diverso, dai simboli della cristianità alle riproduzioni di Santuari e Cattedrali di tutto il mondo.

In tantissimi in paese partecipano alla realizzazione del Covo e all’organizzazione della Festa, gli eventi in programma iniziano già dal mercoledì e culminano la domenica con le solenni cerimonie religiose e la sfilata del Covo per le vie del paese, ricca di folklore, tradizione, ospiti, musica e colori.

Per te che ami andare alla scoperta di tradizioni e curiosità ecco 5 esperienze da non perdere durante la Festa del Covo.

1. Ammirare i Covi di Campocavallo

“COVO” è il nome attribuito dalla tradizione contadina al fascio di grano legato per essere trasportato nell’aia per la trebbiatura. In occasione della Festa, questo nome viene prestato all’imponente carro realizzato con milioni di spighe intrecciate a formare riproduzioni dettagliate di Santuari e Cattedrali di tutto il mondo. Nelle ultime edizioni il Covo ha infatti raffigurato i più importanti Santuari come ad esempio Fatima, Lourdes, Santiago de Compostela, la Cattedrale di San Basilio di Mosca, ma anche la Basilica di San Pietro a Roma, S. Antonio di Padova, San Marco di Venezia e la Basilica di Loreto

L’arte di realizzare il Covo è immutata nel tempo, ma negli anni la tecnica si affina sempre più e i Covi assomigliano sempre più a vere e proprie opere d’arte in cui ogni aspetto è curato sin nei più piccoli particolari.

Per costruire il Covo si parte dalla preparazione dei disegni e degli elaborati tecnici per garantire le misure il più possibile esatte. Poi si passa a costruire la struttura portante composta sia da parti in ferro che da parti in legno. Infine la fase più delicata ed emozionante: la struttura viene ricoperta dalle “trecce” di grano che, a seconda del tipo di intreccio e del particolare tipo e colore del grano, andranno ad essere superficie, rifinitura o minuzioso dettaglio.

Le donne del paese sono le protagoniste assolute di questa affascinante arte dell’intreccio delle spighe di grano. Nel corso delle calde serate tra giugno e luglio, attorno ai porticati delle case, lavorano le une accanto alle altre, dalle più anziane alle bambine. E così, tra una conversazione e l’altra, si tramandano quest’arte antica e paziente, un’arte davvero unica nel suo genere!

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2. Assistere alla sfilata dei Covi di Campocavallo

Dopo mesi di lavoro certosino e un’attesa lunga un anno, la prima domenica di agosto nel tardo pomeriggio, parte la solenne sfilata per le vie del paese e il nuovo Covo viene mostrato con orgoglio alla folla, accompagnato dai Covi delle precedenti edizioni, dalle Autorità Civili e Religiose, dalle Confraternite coi loro stendardi, dai colorati gruppi folkloristici e dai fanciulli del paese che portano simbolicamente in dono mazzetti di spighe di grano.

Gli spettatori diventano a mano a mano protagonisti della sfilata unendosi al corteo che si dirige verso il sagrato del Santuario, dove hanno luogo i discorsi ufficiali delle autorità e la cerimonia conclusiva della Benedizione Eucaristica.

3. Scoprire tutti gli eventi della settimana della Festa del Covo

La domenica di Festa è preceduta da spettacoli ed eventi che partono già dal mercoledì e che si svolgono di sera nella grande area verde, il Parco Alfredo Luna, a poche decine di metri dal Santuario di Campocavallo.

Gli spettacoli vengono scelti per immergere tutti nel clima festante che richiama in qualche modo la tradizione popolare e la vita contadina, da cui la Festa stessa ha origine.

In calendario di solito non mancano compagnie di attori che portano in scena divertenti commedie dialettali, spettacoli di canti e balli a cura dei gruppi folkloristici, serate culturali con temi legati alla Festa, alla sua storia o alla storia del santuario prescelto per essere rappresentato, suggestive fiaccolate che uniscono luoghi di fede significativi, ma anche giochi popolari, tornei di burraco e serate di musica dal vivo e ballo.

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4. Gli stand enogastronomici della Festa del Covo

Imperdibili venerdì, sabato e domenica sera gli stand enogastronomici dove assaggiare prelibatezze locali preparate e servite con semplicità dalle donne e dagli uomini del paese.

In un clima festante tra musica e giochi popolari potrai gustare, anche da asporto, i piatti della tradizione come gli Gnocchi alla Papera, i Boccolotti del Batte e l’Arrosto del Batte, fatto con carni di oca, coniglio e pollo ma anche grigliate miste, fritture, piatti freddi e tante altre delizie.

5. Visitare il Santuario di Campocavallo di Osimo

Santuario Beata Vergine Addolorata di Campocavallo di Osimo – foto di Adriano Menghini

Il Santuario di Campocavallo di Osimo svetta sopra i tetti delle case dominando la campagna circostante. Esso custodisce l’immagine della Madonna Addolorata che nel 1892 si rivelò prodigiosa e per questo il suo capo venne ornato con una corona di pietre preziose. È proprio dall’incoronazione della Vergine che trae origina la Festa del Covo. Il primo covo realizzato nel 1937 riprodusse proprio questa corona.

Tra fine Ottocento e inizio Novecento, in onore dei fatti prodigiosi – che avvennero in una piccola cappella di campagna che si trova ancora qui, a pochi passi dal Santuario ed è aperta alla venerazione dei fedeli – venne costruito l’imponente Santuario.

Un’architettura insolita per la zona, l’architetto Costantini prese ispirazione dal gotico, dal ‘400 e dall’arte lombarda, costellando la facciata esterna e gli interni di preziose decorazioni in terracotta.

Sin dall’epoca dei fatti prodigiosi il Santuario divenne meta continua di pellegrinaggi provenienti dai centri marchigiani, dalle altre regioni italiane e da ogni parte d’Europa. La fama del Santuario e del quadro della Madonna miracolosa si propagò e così Campocavallo divenne un luogo importante di fede e di preghiera.

Santuario di Campocavallo e il Covo edizione 2019 che lo riproduce – foto di Adriano Menghini

Scopri di più sul Santuario e su Campocavallo di Osimo:

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