Sapete che a Montefortino di Arcevia esiste un’antica fonte celtica? Vi sveliamo qualche curiosità su questo luogo di grande valore mistico e spirituale grazie al contributo di Jacopo Angelini, Delegato WWF Marche e Presidente del Comitato tecnico-scientifico del Parco Gola della Rossa e di Frasassi, che ha condiviso con noi storie e immagini.
La storia di Montefortino è molto antica e risale al periodo in cui i Galli Senoni colonizzarono l’attuale territorio delle Marche fino al fiume Esino lasciando importanti tracce oggi visibili al Museo Archeologico Nazionale delle Marche, come il famoso Elmo di Montefortino e tre corone auree risalenti alla fine IV- inizi II sec. aC. realizzati con una rara e raffinata tecnica orafa molto diffusa in Grecia all’interno di contesti regali:
Il nostro territorio ha ancora angoli nascosti di rara bellezza e grande spiritualità come nel comune di Arcevia in località Montefortino. Qui venne rinvenuta una necropoli celtica dove furono trovate alla fine dell’800 numerose tombe di guerrieri e principesse celtiche con corredi funebri di rara bellezza: elmi in bronzo, spade in ferro e corone in oro, ora visibili nel bellissimo museo archeologico di Arcevia.
Alcuni pensano che le pendici del Monte Sant’Angelo fossero state scelte dai Celti come baluardo più meridionale, al confine con gli Etruschi e i Piceni, per preservare le proprie tradizioni dalla romanizzazione. Rappresentava forse anche un luogo denso di spiritualità e valore mistico, come testimonia ancora oggi la presenza della cosiddetta Fonte del Sasso:
una fonte sacra antichissima, frequentata per le sue proprietà taumaturgiche dall’età del ferro (Umbri, Celti) poi in epoca romana dedicata alla dea Bona e Cupra: sul posto sono stati trovati ex voto a forma di braccia, viso e utero, utilizzati per pregare e invocare la dea madre terra per la salute, la guarigione e la fertilità.
Infatti, nel periodo storico in cui i Galli abitarono le Marche, era diffuso proprio in questa fonte il culto della Dea Madre, protettrice dei villaggi e delle comunità, che rappresentava la fecondità, l’abbondanza ed era spesso rappresentata circondata da frutti, pane e grano.
La vegetazione, gli animali e il paesaggio naturale circostante sono dunque parte integrante del culto celtico che qui veniva praticato:
nel bosco igrofilo con pioppi secolari nidificano picchio rosso maggiore e picchio verde, con i loro caratteristici nidi scavati nel tronco. Ricchissima è la presenza di capelvenere, muschi e felci, diversi gli anfibi come la rana appenninica, la salamandra pezzata, la rana verde maggiore e il rospo, minacciati dai cambiamenti climatici. Le grandi querce secolari erano particolarmente adorate dai Druidi nei loro “nemeton”, boschi sacri, dove utilizzavano le ghiande e la corteccia assieme al vischio per curare le emorragie, la febbre e la dissenteria . Per i Celti gli animali erano protettori e guide sia nel regno fisico che durante i viaggi nei mondi sottili. Animale totemico per eccellenza era considerato il Lupo (Madadh-alluidh), che era considerato astuto e intelligente, e in grado si insegnare a leggere i segni della natura, proteggere dai pericoli invisibili e, in un viaggio sciamanico, capace di portarvi ad incontrare il vostro maestro interiore. Anche il Cervo (FIadh, Stagh) legato al dio Cermunnos, era considerato un messaggero e una guida per i mondi ultraterreni.
Questo luogo, così ricco di mistero e pervaso da un’atmosfera senza tempo, è un territorio di grande valore storico in Italia nel quale si sviluppò una civiltà unica nel suo genere per patrimonio artistico e culturale. Lo studio della necropoli di Montefortino e dei suoi luoghi sacri tuttora visibili è indispensabile per comprendere il processo di ellenizzazione ed italicizzazione subito dalle tribù dei celti che si spinsero fino al territorio marchigiano.
Info utili
- Il post è una rielaborazione dell’originale pubblicato sulla pagina facebook di Jacopo Angelini
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BELLISSIMA
VI SEGNALO GLI STUDI DI ARDUINO MEDARDO SUI CELTI…
SONO STATE FATTE DELLE SCOPERTE MOLTO INTERESSANTI
Grazie della segnalazione Leonardo.