Cosa fare ad Offida?
Se dici Offida dici Merletto a Tombolo, dici Pecorino o Passerina, oppure piazza del Popolo, Teatro Serpente Aureo. Dire Offida significa dire Carnevale, chiesa Santa Maria della Rocca oppure Funghetti di Offida. Insomma dire Offida vuol dire tradizione, leggenda, tipicità, bellezza e unicità. Scopriamola allora attraverso 10 cose da fare a Offida in uno dei Borghi più belli d’Italia, in provincia di Ascoli Piceno.
1. Il Merletto a Tombolo e la tradizione delle merlettaie
Offida è famosa per la laboriosa e paziente arte del merletto a tombolo, un’antica tradizione che si tramanda di generazione in generazione da almeno cinque secoli. Si può iniziare il tour dell’incantato borgo proprio ammirando l’incessante lavoro dei fuselli di legno nelle agili mani delle merlettaie. Clicca qui per una piccola dimostrazione della realizzazione del merletto a tombolo.
Lungo le vie del centro si trovano botteghe che vendono i pregiati lavori assistendo, spesso, anche alla loro realizzazione, con un sorprendente movimento incessante dei fuselli, con un intreccio di fili fissati da spilli. Se poi volete scoprire tutti i segreti allora non perdetevi il Museo del Merletto a Tombolo, all’interno dell’ottocentesco palazzo De Castellotti-Pagnanelli, che espone anche un abito indossato da Naomi Campbell.
2. Il Museo Tradizioni popolari: si va dalla traia alla sterza
Anch’esso all’interno di palazzo De Castellotti-Pagnanelli, il museo delle Tradizioni Popolari offre, tra le altre cose, la ricostruzione fedele di una delle antiche cucine del palazzo, le botteghe artigianali del calzolaio, sarto, fabbro e falegname con i diversi strumenti del mestiere, diversi tipi di lampade e lanterne, brocche, strumenti e oggetti necessari alla preparazione del formaggio e la tosatura dell’orzo, un antico telaio e diversi campioni di stoffe di differente lavorazione prodotte in Offida nei secoli passati.
La sezione più ampia è dedicata a gioghi e bilancini per il traino di carri, traie e attrezzi agricoli, con la possibilità di vedere l’evoluzione dell’aratro dal “perticaro” ai primi aratri meccanici, oltre a sale dedicate interamente al raccolto, pesatura e conservazione dei cereali e alla coltivazione della vite con annessa produzione del vino e del vino cotto.
Non manca la sterza, un marchingegno che, applicato al normale carro da trasporto, veniva usato dai contadini per trasportare una quantità maggiore di merce, solitamente la parte del raccolto destinata al padrone del terreno.
3. L’Officina Litica del Museo Archelogico
Restando a palazzo De Castellotti-Pagnanelli si chiude il “trittico” culturale di Offida con il Museo Archeologico, fondato in seguito ai ritrovamenti compiuti nelle campagne di scavo della seconda metà dell’800 dall’archeologo Guglielmo Allevi (1834-1896).
La raccolta divenne da subito una delle principali collezioni archeologiche private della provincia che poi, nel 1898, poco dopo la morte dell’archeologo, fu acquistato dal Comune di Offida. In 120 anni di vita il patrimonio del museo si è purtroppo ridotto da 4.200 reperti ai circa 1.500 inventariati dall’Archeoclub nel 1996.
Vi è tuttavia conservato quasi intatto il nucleo fondamentale della “Officina litica” delle due importanti necropoli Picene di Offida e Spinetoli, assieme alla decorazione fittile templare di epoca repubblicana attribuita al leggendario “Tempio dell’Ophys”.
4. Piazza del Popolo, tra arte e enogastronomia
Racchiusa da mura castellane del XII secolo, il centro di Offida si snoda intorno a piazza del Popolo, che si distingue per la sua forma triangolare. Qui si affaccia il palazzo comunale, il Teatro Serpente Aureo, la chiesa della Collegiata e la chiesa dell’Addolorata.
E’ qui che si tengono le principali manifestazioni culturali e turistiche, tra cui il Carnevale Offidano, la Sagre del Chichì ripieno e Ciborghi e il Festival delle cucine dei Borghi più belli d’Italia. La piazza rappresenta il centro dell’attività cittadina, dove si effettua anche il mercato settimanale e la si attraversa per raggiungere le principali attrazioni del centro storico.
5. Il Teatro Serpente Aureo e la leggenda popolare
Costruito nel 1820 laddove una volta sorgeva l’antica Casa comunale di cui utilizza l’elegante portico quattrocentesco come facciata, troviamo il Teatro Serpente Aureo, dalla pianta tipica dei teatri settecenteschi italiani, con tre ordini di 17 palchetti e un loggione diviso in 15 parti. Il Teatro ospita oltre alle stagioni teatrali anche i famosi Veglionissimi di Carnevale.
Sul proscenio, l’antico sipario dipinto da Giovanni Battista Magini, raffigurante la leggenda del mitico Serpente d’Oro. Si narra infatti che un Serpente d’Oro attraversò la città, percorrendo il tragitto di quello che oggi è corso Serpente Aureo, la via principale di Offida.
Le guide turistiche della città spiegano come, un tempo, si credeva che un serpente d’oro (mai trovato) potesse guarire le ferite, e pertanto si iniziò a venerarlo, anche se, ad oggi, non esiste alcun riscontro ufficiale.
6. Il Carnevale storico e “Lu bove fint”
Il Carnevale storico di Offida, a febbraio, è un tripudio di rievocazioni uniche che rapiscono i partecipanti trasportandoli in un’atmosfera magica. Le origini di questo carnevale offidano risalgono alla metà del Settecento e l’apice della manifestazione è “Lu bov fint”: una sagoma di bue, il venerdì successivo al giovedì grasso, viene guidata da uomini coperti da “lu guazzarò”, un telo bianco a strisce rosse risalente alla tradizione contadina.
Questo bue-fantoccio corre per i vicoli di Offida ed anticipa il momento finale del carnevale, il martedì grasso, che prevede la processione dei Vlurd: lunghi fasci di canne infuocati portati da uomini e donne mascherati lungo le vie del paese e gettati in piazza per il falò finale che apre la Quaresima.
Ad arricchire il Carnevale offidiano ci sono i Veglionissimi, nella cornice del Teatro, ovvero delle serate danzanti sempre molto apprezzate. Ricordatevi di non spaventarvi al suono delle fanfare: le loro note anticipano le Congrege, ovvero gruppi mascherati che propongono falsi riti propiziatori in giro per il borgo.
7. Santa Maria della Rocca, fascino su uno sperone
Arroccata sopra uno sperone roccioso, sorge la chiesa Santa Maria della Rocca, che inizialmente era sostituita da un castello con annessa una chiesa di piccole dimensioni. Vennero donati all’abbazia di Farfa e furono i monaci benedettini ad entrarne in possesso, facendo inglobare la chiesetta più antica all’interno di quella più nuova, creando così dei corridoi laterali attualmente visibili nella cripta.
All’ingresso della cripta si trovano degli scalini: su uno di questi è scolpito un agnellino che toccandolo, secondo la leggenda non confermata da alcuna fonte ufficiale, si dice che sia benaugurante per un sicuro ritorno ad Offida.
Nella cripta è conservata una parte degli affreschi, attribuiti al Maestro di Offida, raffiguranti i cicli di S. Caterina di Alessandria, S. Lucia e diversi altri Santi e Vergini in trono. La chiesa superiore, ad una sola navata, presenta tracce di affreschi che un tempo rivestivano completamente le pareti.
Ben conservati sono quelli del catino absidale raffiguranti profeti, angeli musici e Sante Vergini, opera del maestro milanese Ugolino di Vanne. Sul lato opposto una deposizione, una crocifissione ed una Madonna con Bambino e Santo, unico affresco di età rinascimentale, attribuito a Vincenzo Pagani.
8. Dai funghetti di Offida al Pecorino, fino al chichì ripieno
La tipicità di questo borgo passa anche attraverso le specialità enogastronomiche. Uno dei più tipici è il chichì ripieno, ma guai ad usare una frase diversa dal definirlo una focaccia gustosa e saporita farcita con tonno, alici, carciofini e peperoni, originaria del borgo di Offida, con una ricetta antichissima: gli offidani ci tengono molto alla conservazione del prodotto, senza alcuna variante!
Altra specialità sono i funghetti dolci di Offida, un dolce tipico della tradizione marchigiana. Provate a prepararli e gustateli con un bicchiere di Passerina Passito.
–> Ricetta dei Funghetti di Offida
9. Vini per tutti i gusti all’Enoteca regionale delle Marche
Adatti ad accompagnare il dolce o il salato, in questo territorio non c’è che da sbizzarrirsi! Sono tre, difatti, i vini di Offida: Rosso, Pecorino e Passerina, tutti compresi nella denominazione di origine controllata e garantita Offida, espressioni di un territorio che esalta al meglio le potenzialità di vitigni autoctoni come il Pecorino e il Passerina. Su questo vi consigliamo di leggere il nostro approfondimento Bianco, rosso e… Verdicchio: le 5 Docg delle Marche.
E quale miglior luogo per assaggiarli se non l’Enoteca Regionale? Qui si organizzano continuamene incontri in cui esperti del settore guidano i partecipanti a degustazioni che vedono l’abbinamento tra vini ed altri prodotti quali formaggi, salumi, dolci, pane, corsi per aspiranti sommeliers e convegni e manifestazioni culturali. In questo ambiente sono ospitate le migliori etichette dei vini marchigiani, con possibilità di degustazioni di vini e prodotti tipici locali.
10. Un vero e proprio turismo matrimoniale e religioso
Si può parlare di vero e proprio turismo matrimoniale ad Offida, visto che in tanti la scelgono sia per i riti civili che religiosi. In ogni caso la città offre il pacchetto completo: dagli abiti da sposa ai gioielli, bomboniere e ricami in merletto oltre a banchetti in location eccezionali.
Qui tutti gli approfondimenti sul turismo matrimoniale
E per i più devoti è possibile seguire un tour religioso che permette di vedere tutte le chiese del borgo senza dimenticare il Santuario Diocesano del Miracolo di Sant’Agostino (anche se al momento, a causa del terremoto, è chiusto), con i resti del Miracolo Eucaristico custoditi all’interno della chiesa della Collegiata. Completa l’offerta turistica l’itinerario delle chiese rurali, riscoperte e ristrutturate negli ultimi anni.
Guarda il video di #offidaphotowalk
Info utili
- Il sito del turismo di Offida
- Il sito del turismo della Regione Marche
In copertina: foto di @mazzierienrico_photo e @antoniocadei da Instagram