Bisogna sempre guardare oltre…cercare nuovi orizzonti, pensare che ci sarà un dopo…anche quando il nuovo ti sembra così bello, c’è sempre qualcosa d’altro che ci aspetta che sarà ancora più bello… (Carlo Urbani)
Mai come in questo periodo è doveroso ricordare la figura di un uomo straordinario come Carlo Urbani, medico marchigiano scomparso oggi, diciassette anni fa, a Bangkok. La sua tempestiva capacità di identificare una nuova e pericolosa malattia polmonare, la SARS, e l’immediata allerta data all’OMS e al mondo intero, ha fatto sì che migliaia di persone fossero risparmiate e il focolaio circoscritto.
La grande lezione che ci ha insegnato è oggi più viva e importante che mai!
La vita
Ho fatto dei miei sogni la mia vita e il mio lavoro (Carlo Urbani)
Carlo Urbani nasce a Castelplanio, un piccolo paese sulle colline marchigiane in provincia di Ancona. Da qui getta le basi di quello che sarà il suo percorso di solidarietà e cura verso il prossimo che lo accompagnerà tutta la vita: l’impegno con la parrocchia, con i disabili e la collaborazione con associazioni di volontariato internazionale.
Studia medicina e si specializza in malattie infettive, lavorando in ospedale a Macerata per dieci anni. Non è un medico che si dedica alla carriera ospedaliera, ma impronta tutta la sua attività verso la cura dei più deboli, dei malati “dimenticati” nei paesi in via di sviluppo. Entra così a far parte di Medici Senza Frontiere fino a diventarne presidente per la sezione italiana nel 1999, anno in cui ritira il Nobel per la Pace conferito all’associazione.
Consulente per l’Organizzazione Mondiale della Sanità, il suo lavoro in prima linea lo porta, insieme alla famiglia, la moglie Giuliana Chiorrini e i tre figli Tommaso, Luca e Maddalena, in sud-est asiatico, spostandosi fra la Cambogia, il Laos e il Vietnam. Chiamato all’ospedale di Hanoi per un caso strano di polmonite, nel 2003 scopre e contrae nel medesimo tempo la SARS, diventando un esempio di coraggio, dedizione al proprio lavoro e abnegazione fino all’ultimo giorno.
Oggi più che mai vorrei che il mondo avesse fatto tesoro dell’esperienza di mio marito (Giuliana Chiorrini)
Il lavoro
Tanti sono quelli che lo descrivono come un uomo poliedrico e vivace, appassionato della famiglia come del lavoro. Fra le tante testimonianze raccolte nel libro di Vincenzo Varagona, “Carlo Urbani, il medico della SARS”, ritroviamo la descrizione riportata da un amico e collega, il Dott. Enzo Petrelli:
Ho conosciuto Carlo nei primi anni dopo la sua laurea quando cominciò a frequentare il reparto di Malattie Infettive di Ancona ove io lavoravo come assistente.
Alcune cose lo caratterizzavano: l’intelligenza vivace, l’entusiasmo, la disponibilità, la cordialità, l’arguzia e un innato senso dell’ironia e dell’amicizia che gli permettevano una naturale facilità nei rapporti. […]
Ma era incredibile la facilità con cui riusciva a trasferire nella pratica e in dettaglio in modo immediato qualunque idea o progetto che a prima vista poteva sembrare complicato […] Era entusiasta del suo lavoro, delle sue ricerche dei suoi progetti che tuttavia mi esponeva come fossero le cose più semplici del mondo. […]
Ma Carlo era un eclettico e riusciva a fare di tutto, il musicista (suonava egregiamente il pianoforte), l’aviatore (era molto fiero del suo deltaplano con cui sfrecciava per i cieli di Castelplanio), il fotografo e si dilettava di scrittura e di poesia. Questo è solo un piccolo frammento della vita di Carlo che anche per me continua ad essere una scoperta continua.
Le Passioni
Quando volo mi piace osservare ai miei fianchi la tela delle ali del deltaplano che, tesa da vento, mi fa galleggiare sul mondo che amo. E quando ogni volta mi separo dalla mia ombra, che resta sotto di me dopo il decollo, sento l’alito dell’universo circondarmi e sorreggermi e provo infinita pace (Carlo Urbani)
Non tutti sanno che Carlo Urbani era un grande amante del deltaplano ma anche dell’arte, della bellezza e della musica. Nei suoi viaggi e nella lunga permanenza in paesi stranieri non mancava di apprezzare la cultura e le tradizioni locali, alle quali guardava con curiosità e attenzione, catturando istanti di vita comune in immagini, con la sua macchina fotografica. E soprattutto volgendo la propria attenzione verso gli ultimi, cercando di cogliere il bello in tutto ciò che osservava.
Incredibile trovare tanta bellezza ed eleganza anche nelle umili esistenze di venditrici di verdura sedute per strada, o mendicanti, o tagliatrici di frutta (Carlo Urbani)
La memoria
L’opera e la vita di Carlo Urbani continuano a essere prese ad esempio in tutto il mondo grazie al ricordo che la moglie di Carlo, Giuliana Chiorrini e i figli, condividono e alimentano attraverso le numerose attività che vengono svolte in suo nome. Fra queste l’AICU, Associazione Italiana Carlo Urbani, è da tempo impegnata a portare avanti preziosi progetti di solidarietà ma anche di formazione e supporto per giovani medici e ricercatori.
Per chi volesse scoprire di più sulla figura di un uomo così vicino a noi ma così grande da diventare un punto di riferimento per le Marche e il mondo, sono stati pubblicati numerosi libri per tutte le fasce d’età che lo ricordano. Tanti lo descrivono anche attraverso le storie che ha condiviso con le persone che ha incrociato nel suo cammino e che non lo hanno mai dimenticato.
Eccone alcuni:
Per finire vorrei riportare un breve brano tratto da una lettera che Carlo Urbani scrisse al Dott. Petrelli quando si trovava già in Vietnam. Nelle sue parole scopriamo un uomo che viveva la sua vita con la semplicità di ogni giorno, ma che in realtà stava contribuendo a scrivere un frammento di quel libro di storia.
Sono le 3 del pomeriggio, mi concedo una pausa di 10 minuti per bere una tazza di te, e ne approfitto per condividerla con te.. spero ti piaccia, qui si è soliti berlo senza zucchero! La pausa è stata sollecitata anche da una certa animazione qui in ufficio, per il suono delle sirene che accompagnavano il corteo di Clinton appena arrivato ad Hanoi (è proprio passato qui sotto!).
Certo si ha la sensazione di vivere nella pagina di un libro di storia in questo momento…
Non sapevo di questo medico, scienziato e grande uomo. I media parlano poco delle nostre eccellenze, forse perché non fanno ridere. Eppure fanno onore all’Italia!