Nella nostra casella di posta destinazionemarche@gmail.com ci ha scritto Claudia, una ragazza che vive nei pressi di Torino, i suoi nonni materni sono marchigiani anzi “staffolani di nome e di fatto”, come dice lei…
“Mi chiamo Claudia e i miei nonni materni, di origine marchigiana, mi hanno trasmesso cultura e tradizione di questa splendida regione; pur emigrando a Torino hanno mantenuto una casa in un piccolo paese sulla cima di una collina piena di vitigni di Verdicchio diventata poi la Nostra casa di vacanza…La casa migliore del mondo, la casa dei piccoli, la casa dei ricordi, la casa dei nonni, la casa delle emozioni, la casa che ora non c’è più, la casa dove il mio cuore è rimasto e da allora niente è più stato uguale”
Claudia ci ha raccontato la sua storia d’amore con Michele ambientata nelle Marche. Si sono conosciuti da bambini, giocavano insieme per le vie di Staffolo quando lei tornava nella casa dei nonni materni per le vacanze…Anno dopo anno, estate dopo estate, è scoppiato l’amore:
“Michele e Claudia un amore di tre anni, fatto di corse sul binario del treno in stazione, fatto di viaggi interminabili su treni interregionali sovraccarichi di gente, di viaggi che però volavano nell’attesa di un abbraccio lunghissimo, di un amore fatto di due teste e quattro cuori, fatto di motociclette caschi e paesaggi mozzafiato, fatto di mare, di calette sperdute, di sole e grandi sorrisi, fatto di distese di enormi girasoli silenziosi, fatto di piatti profumati di mamma, fatto di camini accesi coccole e coperte, fatto del suo gatto rosso, enorme, fatto di noi sempre e nonostante tutto, fatto di lacrime e attese aspettando il prossimo incontro…”
Che ne dite di scoprire insieme i paesaggi che Claudia e Michele hanno visto con i loro occhi innamorati solcando le strade marchigiane in moto? Partiamo da Staffolo, luogo in cui ha inizio la storia d’amore: tra le colline verdi piene di girasoli e i vicoli di questo borgo medievale, tra la Collegiata di San Francesco e l’enoteca comunale nel quattrocentesco Palazzo dell’Ex Ospedale che ospita il museo dedicato al vino.
Da Staffolo facciamo qualche chilometro ed arriviamo a Cupramontana, anche da qui si vedono colline ricoperte di filari di vigne: questa è la terra del vino bianco marchigiano più conosciuto al mondo, il Verdicchio. Nel paese di Cupramontana, Michele e Claudia passano con i loro amici delle serate in compagnia “in periodi di feste del vino”, ovvero durante la Sagra dell’Uva che si tiene ogni anno nella prima settimana d’ottobre, per celebrare il nettare degli dei a cui è dedicato il Museo dell’etichetta del Vino. Da qui, sulle strade di campagna che si dipanano tra le colline, ripartiamo alla volta di Jesi (AN).
Jesi è una città ricca di storia che ha visto nascere Federico II di Svevia (leggi qui la storia), a lui sono dedicate una piazza e una statua per ricordare il grande sovrano. Se si fa tappa in questa città si rimane rapiti dalla sua struttura medievale che ancora oggi affascina turisti, amanti dell’arte e musicisti. Nel centro storico di Jesi, nella piazza principale, ci si imbatte uno dei teatri storici delle Marche: il Teatro Pergolesi dedicato ad uno dei più grandi compositori marchigiani, Giovanni Battista Pergolesi, vissuto nel Settecento, ricordato ancora oggi grazie al Festival Pergolesi Spontini dedicato anche ad un altro grande compositore nato in questa zona, Gaspare Spontini. Camminando per i vicoli si arriva a Palazzo Pianetti, sede della Pinacoteca Civica, entrando dentro questo storico edificio si fa un salto lungo secoli. Sicuramente i nostri due protagonisti, Michele e Claudia nel passeggiare lungo la sontuosa galleria degli stucchi all’interno del museo, si sono sentiti come due nobili del Settecento, circondati da grandi opere d’arte, meravigliosi affreschi e sontuose decorazioni.
Proseguiamo il nostro viaggio e dalla terra del verdicchio arriviamo al “balcone delle Marche”: Cingoli, in provincia di Macerata, con la sua “diga tortuosa e silenziosa” (come scrive Claudia), dove la natura e la mano dell’uomo si confondono nel Lago di Castreccioni, il più grande bacino artificiale delle Marche e dell’Italia centrale. Ma risalendo verso il borgo, racchiuso da mura castellane di origine medievale, la terrazza panoramica offre una cornice naturale e particolarmente romantica per gli amanti: qui lo sguardo si perde verso l’orizzonte dal mare Adriatico al Monte Conero, fino ai Monti Sibillini e la Maiella. Scambiarsi i baci con questo sfondo indimenticabile è una tappa obbligata per una coppia di innamorati!
Dopo questo bel panorama si riparte:
“E poi gli Appennini e il lago di Fiastra…stretti in moto, veloci per vedere più cose possibili insieme…”
Qui la strada diventa più ripida, siamo nel cuore vedere delle marche, i Monti Azzurri, immersi nel Parco Nazionale dei Monti Sibillini, dove capita a volte di vedere persino maestose aquile volteggiare in cielo, un percorso lungo ben 200km che passa per borghi medievali dove il tempo sembra essersi fermato, tra tradizioni e leggende. (Itinerario alla scoperta dei Sibillini leggi qui)
Continuiamo il nostro viaggio e ci immaginiamo Michele e Claudia che percorrono in moto le strade baciate dal sole verso il mare, diretti alla Riviera del Conero, dove le montagne sono a picco sul mare, l’acqua è cristallina e si trovano angoli di paradiso che sembrano cartoline.
“Numana, Sirolo, Portonovo, la spiaggia delle due Sorelle e Porto Recanati … Che incanto!”
Sapete perché la spiaggia delle due sorelle è chiamata così? Prende il nome dai due scogli gemelli che si stagliano solitari emergendo dalle acque limpide. Questa spiaggia, con sabbia bianchissima è raggiungibile solo dal mare, un luogo romantico ed ideale per rilassarsi, meglio se in coppia, facendo passeggiate mano nella mano godendosi questo gioiello di natura incontaminata.
Sulle orme di questa intensa storia d’amore, concludiamo il nostro romantico viaggio nelle Marche, con le parole di Claudia:
“Le Marche sono state la culla di un sogno, il sogno che forse è l’unica cosa che rimpiango ancora ogni giorno, il sogno tatuato nel mio cuore come l’enorme girasole che ho sulla spalla che mi ricorda quando, dalle finestre della sua casa marrone, guardando fuori Michele mi diceva: senti che pace!”
Info utili
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