Monterubbiano è un piccolo borgo medievale a circa 500 metri sul livello del mare, le cui prime notizie risalgono all’epoca Picena e che ancora oggi è in parte stretto in antiche mura difensive con splendidi affacci che vi permetteranno di ammirare le vette dell’Appennino e il mare Adriatico.
Oggi vi facciamo scoprire 10 cose da fare e vedere nel borgo fermano certificato Bandiera Arancione.
1. Ammirare il Teatro Pagani
Il primo progetto del Teatro Pagani, dell’architetto Francesco Ridolfi, risale al 1864 mentre il progetto definitivo è opera dell’ingegnere Antonio Murri; i lavori iniziarono nel 1878 sull’area del demolito “Palazzaccio”. Oggi è ancora possibile ammirare il sipario originale, dipinto dallo scenografo romano Alessandro Bazzani nel 1881, che mostra il pittore monterubbianese Vincenzo Pagani dipingere una tela.
Sul soffitto del teatro, decorato dal pittore Gregorio Marinelli di Sant’Elpidio a Mare, si susseguono i tondi con i ritratti di Carlo Goldoni, Vittorio Alfieri, Ludovico Ariosto, Dante Alighieri e poi, in pittura monocroma, quelli di Raffaello Sanzio e di Vincenzo Pagani, che circondano il tondo centrale dove sono rappresentate tre Muse: la Musica, la Tragedia e la Poesia.
Il Teatro Pagani, che attualmente può ospitare 231 spettatori, offre ogni anno una ricca programmazione con spettacoli di vario genere: concerti, commedie musicali, rappresentazioni dialettali e molto altro.
2. Rigenerarsi nel Parco San Rocco
Il Parco San Rocco è un giardino all’italiana in stile neoclassico e rappresenta una delle aree verdi più grandi e significative della regione.
Il parco è caratterizzato da una frizzante frescura estiva e da un silenzio rasserenante, che regalano ai visitatori una sensazione di tranquillità e di piacevole fusione con l’ambiente naturale.
L’essenza arborea prevalente è il leccio, che dona al parco un colore verde smeraldo per tutto l’anno; sono presenti anche pini, tigli ed alberi di giuda. Il parco ospita diverse specie di uccelli e di scoiattoli rossi e grigi. Ogni anno il Comune rallegra il parco con colorate varietà di fiori.
Il parco si articola su più livelli: nella parte intermedia è messa a disposizione dei visitatori un’ampia e moderna bambinopoli, mentre nel livello inferiore, oltre al campo da calcetto, è presente un locale dove poter degustare le tipicità locali.
3. Percorrere il tragitto delle mura
Il borgo di Monterubbiano venne fortificato nel XIII secolo d.C., a seguito della fusione di tre castelli già esistenti. Tra il 1433 e il 1446, durante il dominio degli Sforza, le mura furono rinforzate ed ampliate. Attualmente, la cinta muraria di circa 2 km è interamente percorribile e si conservano ancora tre antichi accessi: Porta San Basso, Porta del Pero e Porta Sant’Andrea.
Durante il percorso intorno alle mura è possibile ammirare torrioni e resti di fortilizi e si può godere di una vista mozzafiato che spazia dal mare Adriatico ai Monti Sibillini.
4. Visitare i tre musei della città
Il “Museo Civico Archeologico” si trova all’interno del Polo Culturale San Francesco, complesso conventuale costruito nella seconda metà del Duecento. I materiali esposti, tra cui reperti piceni e romani ed una collezione numismatica, testimoniano la lunga storia del territorio.
Il museo è stato concepito in modo molto innovativo, in quanto offre percorsi tattili per non vedenti o ipovedenti. Il Museo vanta, all’inizio del suo percorso, la presenza di un plastico calpestabile che riproduce l’andamento del fiume Aso che dai Monti Sibillini arriva al mare.
La “Quadreria Comunale”, ospitata nella Sala Consiliare del Municipio, è costituita da una collezione di 24 opere datate dal XVI al XX secolo. Tra queste, di notevole pregio La Sacra Famiglia di Francesco Menzocchi e Le Sibille di Ludovico Lana. Magnifiche e di elevato valore sono le copie della Madonna del Magnificat di Sandro Botticelli e della Madonna della Candeletta di Carlo Crivelli, opere della pittrice monterubbianese Marzia De Marzi.
Il “Museo delle bambole da tutto il mondo” ospita 643 pezzi da collezione, provenienti da ogni parte del pianeta. La raccolta apparteneva alla signora Pia Desideri che, visto il legame affettivo con Monterubbiano, decise di donarla al Comune nel 2016.
5. Camminare tra le undici chiese
Una particolarità che balza all’occhio del visitatore che percorre le vie del paese è il gran numero di chiese presenti: se ne contano ben 11, quasi tutte di origine medievale.
Alcune vengono aperte al pubblico in determinati periodi dell’anno, oppure si possono visitare su prenotazione: chiesa dei SS. Giovanni Battista ed Evangelista, chiesa di Santa Maria dell’Olmo, badia dei SS. Flaviano e Biagio, pievania dei SS. Stefano e Vincenzo, Santa Maria dei Monti, chiesa di Sant’Agostino, Santa Maria dei Letterati, chiesa del SS. Crocifisso, ex chiesa di San Francesco, chiesa della Madonna Celeste, chiesa di San Michele Arcangelo.
Tra queste vi segnaliamo la chiesa dei SS. Giovanni Battista ed Evangelista (che conserva un importante ciclo di affreschi, tra cui un’enigmatica Ultima Cena con tredici apostoli), la chiesa di Santa Maria dei Monti del XVI secolo (la cui storia è legata all’antica festa di Sciò la Pica e ad un affresco dell’artista Giovanni Pagani raffigurante la Madonna del Soccorso) e la chiesa di Santa Maria dei Letterati (che conserva opere del pittore monterubbianese Vincenzo Pagani, tra cui la tela dell’Assunzione della Vergine).
6. Fare un giro in bici
A Monterubbiano ha sede l’ASD The Black Sheep MTB, che dispone di un’area verde privata, il Bike Village La Cava, dov’è possibile praticare l’attività della mountain bike in completa sicurezza ed immersi nelle mura medievali, avvolti dalla magia dello splendido panorama della valle verso il Mare Adriatico. É anche possibile noleggiare bici (prenotazione obbligatoria) ed avere assistenza certificata/qualificata.
L’associazione è operativa sul territorio con una serie di sentieri e dispone di una guida cicloturistica. Organizza durante tutto l’anno corsi, eventi, manifestazioni, trail building e contest.
7. Degustare le tipicità locali: le tagliatelle fritte
Le tagliatelle fritte di Monterubbiano vengono ideate nella cucina del Ristorante Pazzi. Il piatto è il frutto della mente creativa della proprietaria, nonché rinomata cuoca del ristorante, Alessandra Pazzi, per tutti Santina. Nel 1973, in occasione del matrimonio del figlio, Santina decide di creare un piatto speciale, mai realizzato prima.
Con l’aiuto del cuoco che lavorava insieme a lei, Santina inizia a mettere insieme gli ingredienti: in primo luogo le tagliatelle, che devono essere fresche e non molto spesse; una volta lessate, le tagliatelle vanno amalgamate insieme ad altri gustosi ingredienti, tra i quali panna, besciamella, parmigiano, carne macinata e un po’ di noce moscata.
Questo impasto viene poi steso su di una tavola per fare in modo che si raffreddi. Dopodiché si possono formare delle palline, che vengono infarinate, passate nell’uovo e nel pane grattugiato. A questo punto le palline possono essere fritte e servite a tavola, con un buon ragù di carne.
La “Sagra delle tagliatelle fritte” si svolge ogni anno dal 10 al 13 agosto ed è organizzata dalla U.S.D. Monterubbianese insieme alla Pro Loco: un appuntamento fisso dell’estate monterubbianese, al quale partecipano migliaia di persone provenienti da tutta la regione e non solo.
8. Passeggiare nell’antico ghetto ebraico
Fin dal XIII secolo, a Monterubbiano era stanziata una delle più grandi comunità ebraiche del territorio. L’arrivo degli ebrei a Monterubbiano coincide con lo sviluppo della lavorazione della lana: i Comuni, infatti, favorivano l’insediamento nei propri territori degli ebrei, in quanto molto abili nell’artigianato e nella lavorazione dei tessuti.
La comunità ebraica di Monterubbiano si era stabilita nella zona dell’attuale Via Garibaldi, detta “Le spiagge”. Qui ancora oggi è presente l’antica sinagoga, riconoscibile dall’ampia entrata sormontata da un arco a tutto sesto riccamente decorato. L’antico ghetto ebraico è posizionato lungo la porzione delle mura di cinta rivolta verso sud, in direzione del fiume Aso, da cui si può anche ammirare uno splendido paesaggio.
9. Tornare indietro nel tempo con la festa di Sciò la Pica
Ogni anno, nel giorno della Pentecoste, nel borgo si svolge la festa di “Sciò la Pica”, una delle più antiche delle Marche. Un gruppo di uomini, vestiti con il tradizionale abito da lavoro dei contadini marchigiani, detto guazzarò, esegue bizzarri rituali: uno tiene in mano un ciliegio su cui è appollaiata una gazza, un secondo simula con una zappa di piantare l’albero e un terzo spruzza sulla folla il vino contenuto in una particolare borraccia in coccio, detta lu trufu.
Il rito di Sciò la Pica potrebbe essere associato alle feste in onore del picchio, l’uccello sacro che, secondo il mito, guidò il popolo dei Sabini verso la nostra terra. Nel corso dei secoli, a questo antico culto pagano si sono affiancati degli elementi religiosi, tra cui la devozione alla Madonna del Soccorso, alla quale i capitani delle 4 Corporazioni di arti e mestieri offrono dei ceri.
Negli statuti comunali del XVI secolo si stabiliscono le modalità di celebrazione della festa, tra le quali viene citata la Giostra dell’anello, gara cavalleresca che tutt’ora si svolge nel pomeriggio della domenica di Pentecoste. Arricchiscono la festa anche le spettacolari esibizioni del gruppo di sbandieratori e musici, che si allenano ininterrottamente nel corso di tutto l’anno per prepararsi.
10. Vivere l’agonia di Gesù: la processione del Cristo Morto
Negli anni pari, nel giorno del Venerdì Santo, si svolgono a Monterubbiano il rito paraliturgico delle “Tre ore di agonia” e la “Processione del Cristo Morto”, rinomata in tutto il circondario. La cerimonia è organizzata dalla Confraternita di Maria SS.ma del Suffragio, chi sin dalla sua costituzione ha sempre avuto il compito di onorare e suffragare i defunti e celebrare solennemente il ricordo della Passione del Signore.
Durante la processione, il monumentale carro del trionfo della metà dell’800, sul quale è posta la bara seicentesca, procede lentamente lungo le principali vie del paese, illuminato solo da radi bracieri appesi alle mura delle case.
La processione è composta da figuranti in costume militare romano, da donne vestite a lutto, da uomini della Confraternita che reggono le statue dei personaggi del calvario; l’intera cerimonia è accompagnata dalle suggestive musiche dello storico Corpo Bandistico “C. Cusopoli”.
Info utili
- Visita la pagina Facebook Visit Monterubbiano
- Visita il sito dell’Armata di Pentecoste “Sciò la Pica”
- Visita il sito del turismo della Regione Marche
Tutte le fotografie presenti sono state fornite dal Comune di Monterubbiano