600 anni fa nasceva uno dei più illustri personaggi del Rinascimento Italiano, Federico da Montefeltro (1422-1482), duca di Urbino, grande condottiero, mecenate e umanista che diede alla città un periodo di straordinario splendore e creò un clima culturale unico che sarebbe durato per i decenni a venire.
Insieme alla Firenze medicea, Urbino è ritenuta la culla del Rinascimento italiano, fu il punto di riferimento per gli artisti, gli architetti, gli storici, i filosofi e i politici del tempo, che vi si recarono da ogni parte d’Europa. Il periodo più fulgido di Urbino è legato indissolubilmente alla figura del grande Federico da Montefeltro, definito dai suoi contemporanei “luce d’Italia” per l’immenso contributo che diede alla fiamma dell’umanesimo.
Andiamo a conoscere allora la figura, il profilo storico e la vita di uno degli uomini più iconici del Rinascimento italiano, che costruì nello stato urbinate una corte la cui fama si propagò ben oltre il confine nazionale.
Osservando i numerosi ritratti che egli commissionò, come questo realizzato da Piero della Francesca, si nota che il duca si fece ritrarre sempre di profilo, a causa di un incidente che ebbe in età giovanile durante un torneo, in cui venne ferito al volto e perse l’occhio destro. Questo non gli impedì però di diventare un grande protagonista del suo tempo e passare alla storia lasciando un’eredità immortale.
La vita di Federico da Montefeltro
Federico nacque a Gubbio il 7 giugno del 1422 dalla fugace relazione, fuori dal matrimonio, del padre Guidantonio conte di Urbino, con una dama di corte. Dopo la morte della prima moglie, con cui non aveva avuto figli, Guidantonio sposò Caterina Colonna ed ebbe un secondo figlio, Oddantonio (1427). Visto dalla matrigna come una minaccia, Federico non ebbe un’infanzia facile, venne allontanato e mandato come una sorta di “ostaggio” a Venezia, a garanzia delle condizioni di pace sottoscritte dal padre, e successivamente a Mantova alla corte dei Gonzaga.
Questi anni trascorsi oltre le colline marchigiane furono in realtà per il giovane Federico un tempo di grande stimolo, formazione e ispirazione, in cui egli rivelò una mente acuta e curiosa, intellettuale e strategica, plasmando il suo amore per la cultura e il suo temperamento combattivo.
Nel 1437 sposò Gentile Brancaleoni a Gubbio, acquisendo in dote il territorio di Mercatello, e l’anno seguente iniziò la sua vera ascesa: all’età di sedici anni e senza speranze di eredità, intraprese infatti la carriera di condottiero e cominciò a guadagnare la sua fortuna, dimostrando maestria e talento. Unendo le capacità strategiche e militari all’abilità diplomatica, Federico riuscì ad allargare i propri domini conquistando un ruolo di primo piano nella scena politica del tempo.
Con la morte nel 1444 del fratellastro Oddantonio, assassinato in una congiura, Federico gli successe come signore di Urbino all’età di ventidue anni e governò ininterrottamente la città e le sue terre fino alla morte, avvenuta nel 1482.
Dal matrimonio tra Federico e la seconda moglie Battista Sforza nacquero ben 6 femmine e infine un maschio, Guidobaldo, che come il padre fu uomo di armi e di cultura.
Un abile condottiero
Capacissimo nel governo dello stato, Federico ebbe un ruolo di primo piano nella politica italiana del tempo soprattutto grazie alle sue straordinarie qualità di condottiero. Riuscì ad ingrandire enormemente i confini del suo territorio, conquistando onore e riconoscimenti, fino a meritarsi il titolo ducale conferitogli nel 1474 da Papa Sisto IV. Verso gli uomini sotto il suo comando, Federico mostrò un’empatia non comune a quel tempo, aiutando economicamente le famiglie dei militari uccisi o feriti in azione, e guadagnandosi la lealtà delle truppe e l’affetto dei suoi sudditi.
Federico e il Rinascimento
Oltre che un valoroso capitano di ventura, il Duca fu un raffinato e intelligente mecenate.
Nel matrimonio con la seconda moglie Battista Sforza, donna dal temperamento deciso e di grande cultura, egli trovò forza e ispirazione. Insieme a lei riunì ad Urbino letterati, artisti, ingegneri, poeti, politici e filosofi, dando vita al più grande incontro di menti d’Europa.
Con la moglie intraprese inoltre una straordinaria ricerca nella conoscenza e raccolse una preziosa collezione di manoscritti, ora conservata nella Biblioteca apostolica vaticana. Fondò ad Urbino una delle più grandi biblioteche dell’occidente dell’epoca, tenendo impegnati per 14 anni e più dai 30 ai 40 scrittori a trascrivere libri.
Il Duca stesso si dedicava voracemente alla lettura ritirandosi nel suo accogliente Studiolo, l’ambiente più intimo del Palazzo, in cui possiamo ammirare le pareti decorate con pregiati intarsi in legno, raffiguranti gli oggetti che gli erano più cari: le sue armi, i libri, gli strumenti musicali.
Tra le più grandi passioni di Federico vi era l’architettura. Fu lui a volere la realizzazione di quella che è considerata ancora oggi una delle più belle opere del Rinascimento e cuore pulsante della città di Urbino: il Palazzo Ducale, a cui parteciparono alcuni fra i più grandi architetti, pittori, scultori e maestranze chiamati da Federico da molte parti d’Italia e d’Europa.
Il celebre cortigiano e scrittore Baldassarre Castiglione lo descrisse con queste parole:
«Federico edificò un palazzo, secondo la opinione di molti, il più bello che in tutta Italia si ritrovi; e d’ogni opportuna cosa sì ben lo fornì, che non un palazzo, ma una città in forma di palazzo esser pareva.»
Il fulcro del maestoso complesso era il grandioso Cortile d’Onore, voluto da Federico e progettato dall’architetto croato Luciano Laurana nel 1466.
Il Palazzo Ducale di Urbino ospita oggi la Galleria Nazionale delle Marche, dove si può ammirare l’affascinante e misterioso dipinto intitolato semplicemente “Città Ideale“, capolavoro simbolo del Rinascimento.
Realizzata alla corte di Federico intorno al 1480 da un artista ignoto, l’opera con la sua struttura simmetrica, prospettica e geometrica, rappresenta gli ideali di perfezione e di armonia del tempo, secondo l’aspirazione rinascimentale. È circondata ancora oggi da un’aura di mistero, oltre che per l’origine sconosciuta, anche perché suggerisce richiami a significati profondi, non ancora completamente decifrati.
Le celebrazioni nel 2022 per i 600 anni dalla nascita di Federico da Montefeltro
Per rendere omaggio ad uno dei suoi più illustri personaggi in occasione dei 600 anni dalla sua nascita, la città di Urbino ha dato vita a un programma ricco di appuntamenti. Il Comitato Nazionale per le Celebrazioni ha visto come capofila i Comuni di Gubbio e Urbino e ha coinvolto inoltre Università, Regioni, istituzioni culturali ed enti delle due aree. Per le celebrazioni è stato creato un sito dedicato consultabile su https://federico600.com/
La Galleria Nazionale delle Marche ha organizzato la mostra “Federico da Montefeltro e Francesco di Giorgio: Urbino crocevia delle arti“, curata da Alessandro Angelini, Gabriele Fattorini e Giovanni Russo, che propone ben 80 opere – tra pitture, sculture, disegni, medaglie, affreschi staccati e codici – un terzo delle quali provenienti dall’estero. Sarà un interessante viaggio attraverso un periodo cruciale sia per la storia di Urbino e della sua corte, sia per la storia dell’arte italiana.
Il senese Francesco Di Giorgio Martini fu uno degli artisti più eclettici e creativi della seconda metà del XV secolo. Nel 1477 venne chiamato da Federico da Montefeltro per completare i lavori del Palazzo Ducale, che con Francesco Di Giorgio conobbe il suo massimo splendore: egli si dedicò a vari interventi, decorò gli ampi finestroni, ingrandì il giardino pensile e realizzò tutti i vani di servizio, rendendo il palazzo bello e funzionale. Sono state attribuite a Francesco di Giorgio anche le tarsie lignee dello Studiolo di Federico. Fu l’architetto prediletto del duca e divenne in seguito architetto ufficiale della signoria realizzando moltissime opere nell’intero territorio.
«Il Duca Federico – spiega Luigi Gallo, Direttore della Galleria Nazionale delle Marche – seppe trasformare Urbino in una capitale del Rinascimento: alla sua corte si incontrarono artisti e letterati di estrazione e provenienza diversa le cui reciproche influenze generano un clima culturale che si ripercuoterà nei decenni a venire. Quell’ambiente, che vide incontrarsi pittori come Piero della Francesca, Giusto di Gand, Pedro Beruguete e Luca Signorelli, gli architetti Luciano Laurana, Francesco di Giorgio Martini e Donato Bramante, fu l’humus dal quale fiorì la genialità di Raffaello e sul quale, Baldasar Castiglione, plasmò il Cortegiano».
Info utili
- Galleria Nazionale delle Marche
- Sito delle Celebrazioni per i 600 anni dalla nascita di Federico da Montefeltro
- Virtual tour del Palazzo Ducale
Federico da montefeltro fu si grande mecenate. Ma fu anche feroce e spietato capitano di ventura