Questa splendida cittadina costiera dell’Adriatico centrale, conosciuta anche come la Signora del Conero, è da anni è impegnata nella salvaguardia e riabilitazione dei cetacei che nuotano tra le acque del Conero grazie ad un programma di collaborazione con la Fondazione Cetacea per il soccorso delle tartarughe marine.
Tutte le estati, turisti e numanesi, si uniscono per assistere alla liberazione in mare delle tartarughe curate e riabilitate dalla Fondazione Cetacea di Riccione, che recupera dalle 70 alle 100 tartarughe all’anno. L’escursione è organizzata dai Traghettatori del Conero che devolvono metà dell’incasso alla Fondazione affinché continui a salvaguardare questi animali in pericolo.
Abbiamo partecipato ad una di queste meravigliose giornate per raccontarvela!
Il Tarta Day: un evento per la salvaguardia delle tartarughe dell’Adriatico
“Emozionante, indimenticabile, sicuramente lo consiglierò ai miei amici”. Questi i commenti entusiasti dei tanti – adulti e bambini – che non si sono voluti perdere il Tarda Day alla Spiaggia delle Due Sorelle (quello a cui abbiamo partecipato si è tenuto lunedì 31 luglio).
L’escursione incuriosisce ed emoziona centinaia di famiglie che scelgono le Marche e la Riviera del Conero per le loro vacanze.
Si parte nel pomeriggio dal porto di Numana con una motonave e si raggiunge la spiaggia delle Due Sorelle, dove la tartaruga verrà liberata e troverà un’acqua profonda per immergersi e raggiungere i luoghi che preferisce.
Ad attendere tutti i partecipanti ci saranno i biologi della Fondazione Cetacea che faranno conoscere il mondo delle tartarughe marine e la storia di quella che verrà rilasciata, poi ci sarà il rilascio vero e proprio, un bel bagno per tutti e rientro in porto per le 18 circa.
Il Tarta Day, oltre ad essere un giorno di festa, è finalizzato anche alla salvaguardia delle tartarughe dell’Adriatico, a rischio di estinzione a causa di catture accidentali, traffico nautico, inquinamento e scomparsa dei siti di nidificazione. Gli esemplari liberati il giorno del Tarta Day sono infatti quelli che durante l’inverno vengono salvati mentre restano impigliati nelle reti da pesca lungo le coste marchigiane ed emiliano-romagnole.
Come è nata l’idea del Tarta day?
A raccontarcelo è Gianluigi Rosati, il Comandante della Leone d’oro, una delle imbarcazioni dei Traghettatori del Conero che organizzano il Tarta Day.
“Sono più di vent’anni che svolgiamo questa attività all’insegna della sensibilizzazione alla salvaguardia dell’ambiente marino. Noi mettiamo a disposizione i nostri mezzi e il nostro tempo; metà del costo del biglietto lo devolviamo alla Fondazione Cetacea.
Nella nascita di questo progetto si sono incontrate due esigenze: quella dell’Associazione dei Traghettatori del Conero, di creare qualcosa che andasse a valorizzare l’ambiente in cui viviamo e lavoriamo; e quella della Fondazione Cetacea, che ha come mission quella di salvaguardare gli animali in pericolo e, essendo una onlus, ha necessità di fondi. La Fondazione cura le tartarughe e una volta guarite, con le nostre imbarcazioni le portiamo alla Spiaggia delle due Sorelle devolvendo il 50% del costo del biglietto alla Fondazione Cetacea. In questo modo, coloro che decideranno di vivere questa esperienza, contribuiranno alla salvaguardia di questi animali e parteciperanno ad un’importante missione: portare una tartaruga marina a casa sua.
Uno dei nostri obiettivi è quello di sensibilizzare le persone più giovani affinché possano essere più attenti in futuro verso le situazioni ambientali proprio in ricordo di quell’animale che hanno visto essere liberato.”
Quali sono i rischi delle tartarughe e come possiamo salvaguardarle?
“Una delle principali cause di mortalità delle tartarughe marine – ci racconta Alice Pari di Fondazione Cetacea – e una delle principali cause per le quali questi cetacei arrivano al nostro centro è l’interazione con la pesca professionale. Spesso vengono trovate impigliate nelle reti delle barche e rischiano l’annegamento. Può sembrare un paradosso ma non è così perché le tartarughe sono rettili, hanno bisogno di emergere per respirare.
Proprio per questo motivo abbiamo attivato vari progetti di sensibilizzazione e di formazione dei pescatori professionali affinché imparino ad intervenire e a mettere in atto il primo soccorso sulle tartarughe che accidentalmente finiscono nelle loro reti durante l’attività di pesca. Nel caso le tartarughe abbiano bisogno di essere curate ci contattano e interveniamo.”
“La nostra mission principale – afferma Sauro Pari, presidente di Fondazione Cetacea – è quella di occuparci della salvaguardia degli animali in pericolo, tartarughe e delfini. Per le tartarughe abbiamo anche il centro di recupero più importante dell’Adriatico a Riccione e a Rimini. Portiamo avanti anche molti progetti finanziati dalla comunità europea sia relativi sia all’inquinamento (ad esempio il Marles, sulla pulizia del mare, e il SoundScape – paesaggi sonori – primo progetto fatto in Italia sull’inquinamento da rumore in mare) sia relativi al granchio blu che sta mettendo in serio pericolo la raccolta delle vongole e il lavoro dei pescatori perché distrugge le reti e mangia tutto quello che trova.”
“Safi [la tartaruga liberata il 31 luglio 2023] è arrivata da noi il 5 maggio del 2023 – afferma Alice Pari della Fondazione Cetacea – con un principio di annegamento perché è rimasta impigliata in una reta da pesca a strascico. È tornata piano piano in forze e in salute e ora abbiamo organizzato questo rilascio. Lei è una tartaruga non ancora adulta; possiamo stimare dalle sue dimensione che possa avere circa una decina di anni. Safi è un nome di fantasia, perché non sappiamo ancora se è un maschio o una femmina; informazioni che si possono avere solo quando la tartaruga raggiungerà una maturità sessuale che avviene verso i 20 anni.”
Quante tartarughe vengono salvate ogni anno e quanto è diffusa la tartaruga marina nell’Adriatico?
Lo abbiamo chiesto a Sauro Pari, presidente della Fondazione Cetacea: “La tartaruga marina Caretta caretta è molto diffusa in Adriatico si pensa che in tutto il Mediterraneo ce ne siano circa 150 mila di cui 75 mila solo nell’Adriatico. Anche se è il mare più piccolo di tutto il Mediterrano è quello che ospita il maggior numero di questi animali.
Questo significa che la loro presenza ha un impatto notevole con la pesca e con le attività umane che creano dei grossi problemi alle tartarughe, come ferimenti e principi di annegamento. Noi recuperiamo dalle 70 alle 100 tartarughe all’anno, che sono quelle che hanno veramente bisogno di cure, poi le curiamo e le rimettiamo in mare.
Fino ad oggi abbiamo sempre liberato Caretta Caretta. In Adriatico ci sono tre specie di tartarughe: Caretta caretta, Chelonia Mydas (la tartaruga verde) e poi la Tartaruga Liuto, quella più grande (dai 200 ai 600 kg di peso, con 2 metri e mezzo di carapace). La liuto non è stanziale in questo mare, lo frequenta perché è ricco di meduse.”
La barca è un mezzo ecosostenibile?
A risponderci è Lorenzo Pignataro, Comandante del Simba, altra imbarcazione dei Traghettatori del Conero: “Si, con la nostra capacità possiamo portare tante persone nello stesso momento con una sola barca. Questo ci rende sostenibili perché percorriamo la riviera ad una velocità di meno di 10km orari; a fine giornata riusciamo a portare anche 300/400 persone per barca nei vari giri consumando appena 50 kg di gasolio e riuscendo a tenere basse le emissioni.”
Numana, la Signora del Conero
Il territorio di Numana è compreso quasi interamente nel Parco regionale del Monte Conero. Il centro storico si trova nella parte denominata Numana Alta, in quanto è alla sommità di una falesia a picco sul mare, mentre Numana Bassa include la sottostante zona del porto turistico (Approdo Bandiera Blu).
Le principali attrazioni turistiche sono: l’ Arco di torre, sulla cima del promontorio che domina il porto; l’Antiquarium statale, che raccoglie i corredi delle tombe picene (notevole è il corredo della tomba della cosiddetta “regina picena”, trovato nei pressi di Sirolo) e romane; il Santuario del Crocifisso, che custodisce un crocifisso in legno di cedro, significativa scultura bizantina risalente ai secoli XIII-XIV e la costarella, una delle vie più tipiche di Numana, un tempo abitata da pescatori che quotidianamente percorrevano questa scalinata per recarsi al porto.
Gli amanti dello sport hanno la possibilità di praticare svariate attività: trekking, mountain bike, vela, surf, windsurf, tennis e immersioni subacquee.