Che ne dici di vivere una giornata speciale nel cuore delle Marche, la terra di Gioachino Rossini? Lasciati ispirare dalla sua musica e ripercorri le tappe della sua vita attraverso un itinerario alla scoperta dei luoghi rossiniani nella splendida Pesaro, sua città natale.
Gioachino Rossini a Pesaro
Se la musica è da sempre parte del patrimonio genetico delle Marche, come sorprendersi della genialità presente nel DNA di uno dei suoi più illustri rappresentanti? Gioachino Rossini e la sua Pesaro, un legame intenso, che si è rafforzato sempre più negli ultimi anni, con una città, la Città della Musica, sempre più propensa ad omaggiare il celebre concittadino che proprio qui nacque nel 1792.
Pesaro è stata in realtà solo la prima tappa nella vita del Cigno, una vita intensa condita dalla musica ma anche dal buon cibo e dal divertimento prima di ritirarsi, a soli 37 anni, a una vita più riservata.
Pochi anni per lasciare un segno molto profondo nel mondo operistico e nella sua città natale, impegnata ad onorare l’importante eredità, culturale e non solo, da lui ricevuta. E’ un legame questo che vuole essere sempre al passo con i tempi perché quando si parla di Gioachino Rossini a Pesaro, storia e tecnologia riescono a convivere in un…crescendo rossiniano!
Siete pronti? Si parte alla scoperta dei luoghi rossiniani nella splendida città di Pesaro
Casa Rossini, dove tutto ebbe inizio
Una passeggiata lungo via Rossini ci condurrà al numero 34, davanti ad un palazzo le cui fondamenta risalgono al XV Secolo e che, il 29 Febbraio 1792, ha visto nascere Gioachino Rossini. Di quei giorni lontani rimangono ancora oggi, testimonianze delle origini modeste dell’artista. Erano due o tre infatti le camere abitate in quel periodo da ogni famiglia nella struttura.
Passano cento anni. Per la casa incomincia una seconda vita come Museo: alle imposte delle finestre ad arco originali, ai camini anneriti e ad alcuni elementi di un’antica cucina, si aggiungono i preziosi contributi delle collezioni private e dei cimeli che ci raccontano le numerose storie legate alla vita e alla musica del compositore.
Ancora oggi, dopo più di un secolo, l’antico palazzo è tappa obbligata per i tanti appassionati e curiosi. Ma una figura innovatrice e sempre attenta al bello come Rossini, merita il meglio della tecnologia per risaltarne la grandezza.
Come cambia quindi oggi la visita alla Casa-Museo Gioachino Rossini? La visita si fa esperienza a 360°. Si parte dal piano terra, con il piccolo ambiente dedicato al Barbiere di Siviglia e alla tipica sedia dell’immaginaria Bottega, per immergersi poi in un completo percorso multimediale. Dalla sala audio e video ai numerosi spartiti autografi e al materiale grafico digitalizzato da esplorare lungo il touch-screen presente sui diversi piani dell’abitazione, fino alle apposite postazioni per l’ascolto di registrazioni sonore di documenti e lettere.
La tecnologia al servizio di Gioachino ma non solo perché Rossini Experience vuol dire, inevitabilmente, anche cibo con la degustazione Rossini Gourmet tutta da assaporare. E se sarete particolarmente fortunati chissà che passeggiando lungo la vivace Via Rossini non vediate affacciarsi dal balcone Rossini in persona…
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Teatro Rossini, il tempio della Grande Opera
Dal lato opposto del centro storico pesarese, a dominare Piazza Lazzarini, c’è un Teatro, il principale della città, che più e più volte è rinato fino ad arrivare ad ospitare il meglio dell’Opera. Anche qui la presenza di Rossini è tangibile: sono tante le occasioni in cui le strade del Compositore e della struttura si sono incrociate.
È il 1637 quando Papa Urbano VIII concede l’utilizzo delle vecchie scuderie ducali costruite da Guidubaldo II dalla Rovere per la costruzione del Teatro del Sole di cui rimane, ancora oggi, il Portale d’ingresso bugnato di Filippo Terzi.
Negli anni in cui Rossini porta la sua genialità a Napoli, la sua città natale decide di sostituire il Teatro con il Teatro Nuovo, costruito nello stesso luogo nel 1818 su progetto di Pietro Ghinelli. Sarà richiesto proprio al Maestro di essere la stella della serata inaugurale che ha luogo il 10 giugno con la sua “La Gazza Ladra” da lui diretta.
Anche la nuova costruzione deve affrontare prove difficili ma, nel nome di Gioachino Rossini a cui il Teatro è definitivamente dedicato nel 1855, riesce sempre a ripartire: nel 1934 dopo la ristrutturazione a seguito del sisma la Grande Opera ritorna a Pesaro con la produzione del Guglielmo Tell mentre, nel 1980, dopo lunghi lavori strutturali e una chiusura di ben 14 anni, il Teatro Rossini trova la sua consacrazione definitiva con la nascita del Rossini Opera Festival.
Giunti alla 40esima edizione del festival, non si è mai stanchi di vedere la vivacità e l’armonia che circonda questo luogo nel pieno delle estati pesaresi. È facile immaginare come il ROF conservi il suo fascino dal richiamo internazionale grazie alle incredibili composizioni del genio marchigiano. Anche in questo caso però vale la pena soffermarsi sul dietro le quinte: è qui che la storia della musica incontra il talento e la tecnologia, ingredienti fondamentali per fornire la migliore esperienza agli spettatori tra costumi e scenografie di rara qualità e produzioni sempre all’avanguardia.
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Conservatorio Rossini, un’eredità inestimabile
A poca distanza dal teatro, all’interno del settecentesco Palazzo Olivieri Marchielli, troviamo il lascito più prezioso di Gioachino Rossini per la sua città natale. Seguendo le volontà del musicista infatti, nel 1882 viene creato il Liceo Musicale, oggi Conservatorio, Gioachino Rossini. Se già lo stesso palazzo è una vera e propria opera d’arte, non mancano i tesori in esso celati.
È un tesoro il Tempietto che presente al piano superiore dell’edificio, oltre la Sala dei Marmi, il legame più concreto con Rossini tra manoscritti, cimeli, partiture e autografi delle Opere rappresentate a Napoli, l’inginocchiatoio usato dal compositore stesso.
È un tesoro la Biblioteca gestita dalla Fondazione Rossini, una delle più grandi d’Italia, specializzate in musica, con circa 45.000 titoli e documenti manoscritti risalenti fino al XVI secolo.
È un tesoro ancora più inestimabile la capacità del Conservatorio di legare a sé nomi importanti del panorama musicale ad iniziare dal primo direttore Carlo Pedrotti e da Pietro Mascagni per continuare poi con gli “allievi” Renata Tebaldi, Mario del Monaco, Riz Ortolani.
Non basta: se già l’Auditorium Pedrotti, seppure inaugurato nel 1892 all’interno dello stesso Palazzo, è spazio d’esibizione all’avanguardia grazie ad un’acustica eccezionale, anche qui l’eredità rossiniana diventa ancora più preziosa grazie ai progressi tecnologici applicati, in questo caso, alla musica.
Nasce così la SPACE – Soundscape Projection Ambisonic Control Engine. La Sala Ambisonica è un centro di ricerca e produzione musicale per le nuove tecnologie di spazializzazione 3D del suono, all’interno dei laboratori elettronici per la musica sperimentale (LEMS). Inaugurata nel 2013, è stata la prima sul territorio nazionale e vanta una un sistema per controllare il campo sonoro tridimensionale in prossimità di un’area d’ascolto centrale.
A oltre 150 anni dalla morte dunque, il contributo di Gioachino Rossini alla musica non è ancora terminato. Merito di un’eredità senza tempo che continua a dare i suoi frutti in una terra dove musica e genialità sono parte fondamentale del patrimonio genetico di questa regione tutta da vivere.
Parti Sulle Tracce di Rossini con tappe a Urbino, Urbania e Pesaro
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L’articolo è stato scritto da Daniela Geraci di EnjoyLive Travel