“… così benedetta da Dio di bellezza, di varietà, d’ubertà, tra il degradare dei monti che difendono, tra il distendersi dei mari che abbracciano, tra il sorgere de’ colli che salutano, tra l’apertura delle valli che arridono…”
Il poeta Giosuè Carducci descriveva le Marche come una terra piena di bellezza. Noi abbiamo provato ad enfatizzare questo concetto collegandolo ai sapori, ai prodotti e alle ricette che rendono unico lo spirito marchigiano.
Oggi vi accompagniamo in un viaggio culinario che vi solleticherà l’appetito e vi accenderà tutti i sensi. Esploriamo cinque borghi delle Marche descrivendoli secondo i sapori che li rendono unici…Lo sentite anche voi questo profumino? Da dove proviene? Scopritelo con noi!
La bellezza medievale di Treia e la bontà dei calcioni dolci-salati
Preparatevi ad essere travolti dalla bellezza e della bontà! Ci troviamo in uno dei “Borghi più belli d’Italia”, in provincia di Macerata: Treia.
–> 10 cose da fare e vedere a Treia
Una volta entrati da una delle sette antiche porte, dopo un dedalo di vicoli medievali, vi troverete sulla Piazza della Repubblica, affacciatevi dal suo balcone panoramico: vi sentirete incredibilmente attratti dal paesaggio, dalle sinuose forme delle colline, mentre dalla Torre Onglavina del XII secolo, potrete ammirare il panorama silente dei maestosi Monti Sibillini.
Tutto vi trasmetterà una sensazione ancestrale di ritorno alle origini e appartenenza alle tradizioni antiche dell’Italia rurale.
In una mattinata riuscirete ad apprezzare e conoscere questo borgo che serba ancora un segreto: la golosa ricetta dei “calcioni”. Metaforicamente parlando questa pietanza assomiglia al borgo da cui proviene: come le mura medievali cittadine, la pasta sfoglia leggermente dolcificata racchiude le bellezze storico-artistiche, ovvero il ripieno di uova, pecorino, zucchero e olio.
I calcioni si possono mangiare sia come spuntino, sia come dolce! In attesa della tradizionale sagra che si festeggia ogni anno a giugno, vi segnaliamo la ricetta, passo passo, direttamente dal nostro blog.
–> La ricetta dei Calcioni
Campofilone e il profumo inebriante dei maccheroncini con del buon vino
Se siete amanti del vino bianco di qualità e della pasta fatta in casa come una volta, siete nel posto giusto: Campofilone, borgo medievale in provincia di Fermo, adagiato su una collinetta. Sviluppatosi intorno alle mura castellane del XI secolo, questo paesino conserva ancora le tracce del passato ed una grande ricchezza culinaria.
Trovarsi qui significa attraversare il tempo passando sotto la volta a botte della via degli Orti, entrando nella città da Porta da Sole o Porta da Bora, che per secoli sono stati gli unici ingressi al castello.
Da queste due porte, la prima medievale, l’altra rinascimentale, partono due strade ripide che collegano il paese a tutta la Valle dell’Aso.
Vicoli medievali si alternano a vedute di colline marchigiane, un tripudio di linee e colori che bombarda la nostra vista! Si potrebbe fare quasi un parallelo tra le forme morbide e dorate della pasta e le campagne circostanti.
Perché vi diciamo questo? Perché in questo borgo medievale c’è qualcosa che allieterà la vostra vista come il paesaggio, ma anche il vostro gusto: i maccheroncini di Campofilone.
Questa particolare tipologia di pasta è un prodotto I.G.P., composto da farina di grano e uova, in quantità doppia rispetto agli impasti normali.
I maccheroncini sono lavorati a mano con un cucchiaio di legno: tutte le fasi di macinazione, impasto e produzione devono seguire rigorosamente la tradizione per non perdere le proprietà organolettiche e nutritive di questa pasta ricca di Omega 3 e dal profumo intenso che diventa inebriante quando ad essa si aggiunge…la Passerina!
Questo vino D.O.C, prodotto soprattutto nella zona di Offida (AP) è il compagno ideale per la ricetta che vi proponiamo: i Maccheroncini di Campofilone alla Passera Mbriaca… dove a questa pasta e al tradizionale sugo vanno aggiunti ben 2 bicchieri di questo vino bianco pregiato. Che ne dite di provarla?
Sul nostro canale Youtube trovate la ricetta, passo passo, dei maccheroncini di Campofilone al ragù di ciauscolo! Cliccate nel link –>
Il borgo medievale di Offida e i suoi squisiti funghetti
Antiche mura castellane proteggono sin dal XV secolo il paese di Offida, decretato uno dei Borghi più belli d’Italia. Tra le valli del Tesino e del Tronto, questo paese è abbarbicato su una roccia.
–> 10 cose da fare e vedere ad Offida
Le fortificazioni medievali hanno contribuito in parte a preservare nel tempo alcune testimonianze: dalla meravigliosa piazza dove si trovano i resti della Rocca quattrocentesca, al palazzo Comunale con tredici colonne in travertino e il portico del XV secolo, fino ad arrivare alla tradizione artigianale conosciuta in tutto il mondo del Merletto a Tombolo, raccontata all’interno del Museo ad esso dedicato.
Ma Offida è conosciuta anche per i buonissimi vini, Passerina e Pecorino, fatti con uve pregiate dei vitigni della zona.
Dopo questo meraviglioso tripudio di colori e forme, non poteva mancare la dolcezza finale: i “funghetti”. Non temete, non hanno effetti collaterali! Sono dei dolcetti tipici della zona fatti con l’anice ed hanno una forma rotonda che può ricordare sia i funghi del sottobosco, sia i soffioni nelle campagne picene che anticipano la primavera.
–> La ricetta dei funghetti di Offida
L’odore caratteristico che le contraddistingue sono i semi di anice e l’anisetta di Ascoli Piceno che, fino ad Offida, è il fil rouge che unisce le due città.
Vi sveliamo una curiosità, lo sapevate che le bevande e i superalcolici aromatizzati con questo ingrediente si sono diffusi soltanto alla fine del XIX e l’inizio del XX secolo? Oggi l’anisetta è così diffusa, tanto da essere presente anche in numerose ricette.
Urbania e il suo croccante Crostolo
Conoscete Urbania? È un borgo medievale, anticamente chiamato Casteldurante, conosciuto per la sua tradizione di maiolica risalente al Medioevo.
Il cuore di questa cittadina, racchiuso da mura, è la deliziosa Piazza di San Cristoforo che ha come contrappunto architettonico il maestoso Palazzo Ducale, che conserva ancora la biblioteca di Federico da Montefeltro.
Qui tutto è arte! Dalle incisioni della collezione Ubaldini custodite nel Museo Civico alle ricette saporite della tradizione…
Se volete assaggiare qualcosa di realmente tipico, ecco il Crostolo di Urbania, una sorta di piadina sfogliata con origini antiche, risalenti a circa 3000 anni fa.
Questa ricetta è particolare perché al suo interno si hanno le uova e soprattutto va cucinata rigorosamente sulla graticola sopra la brace. Nata nella Valle dell’Alto Metauro, il Crostone ricorda, per lo spessore della crosta, il pane schiacciato.
Se siete desiderosi di assaggiarlo farcito con prodotti tipici della zona come verdura cotta e salumi, basta recarsi ad Urbania nel mese di settembre, quando si festeggia questo sapore unico con la Sagra del Crostolo.
Così ricco nell’impasto e così tradizionale nella cottura, ricorda proprio le origini della città, che ha ospitato duchi e nobili nei secoli passati.
Se volete provare questo sapore carico e deciso, ecco la ricetta del Crostolo di Urbania sul Blog La Creatività e i suoi colori.
Serra de’ Conti e la gustosa Cicerchia
Lungo la valle del fiume Misa, arroccato su una collina, si trova il borgo medievale di Serra de’ Conti, la sua struttura duecentesca è stata riadattata in età tardomedievale.
Questo paese della provincia di Ancona conserva un fascino senza tempo, tra i vicoli ci si imbatte in luoghi religiosi come la Chiesa di Santa Croce con affreschi del Cinquecento o in siti che custodiscono storie antiche come il Museo delle Arti Monastiche “le stanze del tempo sospeso” .
Gli abitanti di questo borgo sono i primi custodi delle tradizioni e del contesto urbano ben conservato e particolarmente suggestivo dal punto di vista architettonico-paesaggistico, basta guardare questa foto per rendersene conto!
Ma facciamo un salto alla seconda metà del XX secolo, all’epoca della Mezzadria, quando il lavoro nei campi seguiva il ciclo delle colture. In quel periodo erano pochi i contadini che ancora coltivavano la varietà di legume tipica di queste zone, la cicerchia.
La semina avveniva in primavera e si raccoglieva ad agosto: le piantine, riunite in piccoli fasci, erano le provviste per preparare le zuppe durante l’inverno.
Negli anni, grazie ad un attento lavoro di recupero delle tradizioni, questo legume è stato coltivato nuovamente ed ora è Presidio SlowFood, ad esso viene dedicata una festa ogni anno a Novembre, dove tra canti popolari e ricette squisite si assaporano i prodotti della zona.
Questo legame con la terra, con la storia di un paese e dei suoi contadini, è espresso nei colori della cicerchia: le assolate campagne della provincia di Ancona, le sfumature delle mura medievali di Serra de’ Conti e l’atmosfera rurale che si respira, sono racchiuse nel sapore di questo legume.
Provare per credere!
E allora ecco qui la ricetta della Zuppa di Cicerchia alla Contadina
La cicerchia di Serra de’ Conti © Maurizio Paradisi
Info Utili
- Scopri tutti i sapori delle marche sul sito del turismo
- Esplora l’app ufficiale di Made in Marche
Collage Foto di copertina: crostolo di Urbania di Viaggi e Sorrisi Travel Blog, Maccheroncini di Campofilone di Scatti di Gusto