Marche GLOCAL: radicate in ambito locale e viste, conosciute ed amate nel mondo globale
Sono pochi i territori che sanno essere “glocal”, cioè ben radicati nel proprio ambito locale e contemporaneamente visti, conosciuti ed amati in aree molto più ampie, ovvero il mondo globale così vasto e pur così vicino, specialmente oggi grazie alla comunicazione digitale e al nostro esser sempre più connessi.
Ne abbiamo parlato con Alvise De Sanctis in questa bella intervista tutta per voi!
Parlaci un po’ di te: chi sei, cosa fai nella vita?
Una persona curiosa, credo che tra tutte le descrizioni sia quella che mi descriva meglio. Liceo Classico, Laurea in Economia a Bologna, prima esperienza lavorativa a New York facendo qualcosa di totalmente inaspettato come organizzare concerti di musica classica. Rientro in Italia all’inseguimento della famosa “qualità della vita” e mi sposto a Milano dove dopo un master alla Bocconi in collaborazione con l’Accademia del Teatro alla Scala inizia la mia vita professionale.
Attualmente sono un project manager con focus sulla comunicazione e negli ultimi anni incrociando tale esperienza con la cosa più importante che abbiamo in Italia, la cultura, mi è venuto naturale iniziare ad occuparmi di turismo.
Dal Festival MiTo alla Camera di Commercio di Milano, da Expo Milano 2015 al FAI, la curiosità mi ha fatto esplorare vari mondi fino ad arrivare alla progettazione e realizzazione di Ecosistemi Digitali per il Turismo in Lombardia.
Lo studio e il lavoro ti hanno portato lontano dalle Marche, quando torni dove ritrovi i luoghi del cuore? Quale scegli di raccontarci?
Le Marche per chi ama quella che prima definivo la qualità della vita sono uno dei posti migliori: abbiamo il mare con migliaia di strutture ricettive (Senigallia ne è un esempio ottimale) e angoli stupendi come la Spiaggia delle due Sorelle o dei Sassi Neri vicino a Numana e Sirolo appena sotto il Monte Conero o come la Baia di vallugola poco sopra Pesaro.
Un entroterra pieno di cultura e percorsi affascinanti, partendo dall’enorme patrimonio artistico di Urbino fino ai borghi fortificati ben conservati e di cui il territorio è punteggiato. Tra i tanti consiglio sicuramente Frontino e Gradara su tutti ma sono veramente tantissimi e tutto da scoprire viaggiando tra colline che non possono che infondervi una sensazione di tranquillità e pace solo osservandole.
Senza dimenticare i piaceri della tavola spaziando tra verdure, carni e pesci. L’elenco sarebbe infinito ma due menzioni speciali vanno a veri MUST Fanesi come gli intoccabili cappelletti in brodo e la famosa Moretta Fanese (un caffè corretto con una miscela di anice, rum e brandy) che un tempo scaldava corpo e spirito dei marinai che si apprestavano ad uscire in mare ma oggi è un piacere per tutti che non dimentico mai di concedermi ogni volta che torno.
Sappiamo che il legame con il territorio ti vede collaborare in attività di arricchimento culturale grazie all’associazione “Work in Progress” di Fano. Che cosa fate?
E dove ci consigli di andare per conoscere meglio l’anima di Fano?
Il patrimonio culturale è spesso una delle risorse meno valorizzate in Italia come capita per le cose di cui se ne ha a disposizione una grande quantità. 5 anni fa ho incontro dei sognatori (Giovanni, Eugenio e Davide) che non si rassegnavano al fatto che un bene come la Rocca Malatestiana di Fano non fosse vissuta dalla città e dai turisti e cosi in collaborazione con l’amministrazione cittadina è stato possibile organizzare e animare tale spazio che lascia a bocca aperta chiunque ne varchi prima di passare sotto il portone d’ingresso.
“Work in Progress” è un idea di riqualificazione urbana di beni male o non utilizzati attraverso iniziative, eventi e manifestazioni che coinvolgano veramente tutti, dai corsi per bambini alle lezioni di Yoga la mattina presto, dalle manifestazioni teatrali alle mostre fotografiche fino ai concerti dal vivo con l’obbiettivo di riqualificare tali beni, farli tornare al centro della vita sociale del territorio e perché no dare lavoro a professionalità locali.
Imperdibili a fano:
- Rocca Malatestiana
- Bastione Sangalla
- Passeggia del Lisippo
Il ruolo della destinazione oggi. La DMO (Destination Management Organization) sta cambiando mentalità. Creando un ecosistema, supportando le attività locali e creando engagement (off e on line) con gli operatori locali e i turisti. Che consiglio daresti a #destinazionemarche?
Internet ha portato due grandi rivoluzioni nel settore del turismo, la prima è che la competizione ormai non è più locale ma internazionale, i nostri mari, per un turista americano, competono con i mari spagnoli cosi come quelli sud americani e le nostre città d’arte sono in lizza per attrarre i turisti mediorientali insieme alle capitali del sud est asiatico.
L’altro stravolgimento è che il turista che definiamo di prossimità (per noi in pratica tutto il mercato europeo) è alla ricerca dell’esperienza unica, di qualità che spesso è fuori dalle maggiori promozioni.
Un Ecosistema Digitale sul turismo è una risposta a queste sfide, un unico sistema dove tutti gli operatori turistici (alberghi, ristoranti, guide turistiche, organizzatori di eventi, …) possano esporre i propri servizi e incontrare la domanda sia dei singoli visitatori che possono prenotare tali servizi sia dei “canali” di vendita come ad esempio gli stessi alberghi, le agenzie di viaggio, gli infopoint o i sistemi fieristici.
Un modo per fare finalmente sistema in una nazione caratterizzata dai campanilismi che permette di affacciarsi al mercato con un peso specifico maggiore e con un offerta più vasta e variegata.
Non a caso sia il Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo sia il Ministero dello Sviluppo Economico hanno organizzato lo scorso 1 dicembre un incontro tra tutte le regioni che stanno sviluppando tali ecosistemi che spero sia solo il preludio alla nascita di un Ecosistema Nazionale.
L’unica vera industry italiana in crescita è il Turismo.
Infine, quali suggerimenti potresti consigliare a chi desidera venire in vacanza nelle Marche?
Le Marche storicamente, anche se qualcosa sta cambiando, non intercettano i flussi di massa come la riviera romagnola ma sta suscitando sempre maggior interesse sia a livello locale sia a livello internazionale con un offerta ampia e diversificata.
Oltre ai luoghi già citati due suggerimenti magari per le vacanze estive:
- maggio – giugno o settembre – ottobre:
pernottare in qualche agriturismo della costa o dell’entroterra per poi perdersi tra le colline marchigiane passando da un borgo fortificato ad una delle cantine del territorio che identificano le Marche come regione d’eccellenza con 5 DOCG e 15 DOC sparse per tutta la regione. - luglio – agosto:
godersi il calendario di iniziative e i servizi turistici che una città come Senigallia come ad esempio il SUMMER JAMBOREE Festival Internazionale che si svolge i primi di agosto con decine di concerti rigorosamente gratuiti, auto e figuranti tutti in linea con la musica e la cultura dell’America anni ’40 e ’50.
Conclusioni. Vi piace il nostro modo di raccontare le Marche?
Sono sempre stata dell’idea che un territorio deve essere amato e raccontato che chi ci vive che può regalare quelle sfaccettature ed emozioni uniche e contagiose agli occhi di un futuro turista e fruitore del territorio. Ringrazio tantissimo Alvise e tutti gli amici marchiani e innamorati delle Marche intervistati per “Raccontaci le Marche“.
E scriveteci per raccontarci la vostra esperienza! A presto. Silvia