Un viaggio nelle Marche schietto e sincero.
Con l’inizio del nuovo anno siamo tutti in vena di nuovi propositi e allora anche sul blog inauguriamo la stagione di interviste da chi ama le Marche che raccontando un po’ di sé ci snocciola le bellezze della Regione Marche.
Ecco la prima: Valentina Vellucci, un’amica e professionista conosciuta per la sua bravura in ambito di web marketing.
Parlaci un po’ di te: chi sei, cosa fai nella vita?
Sono una Digital Analyst sempre in beta che viene dalle Marche.
Mi chiamo Valentina, ho 32 anni e sono arrivata con la mia famiglia nel paese delle fisarmoniche, aka Castelfidardo, che avevo pochi mesi. Ho trascorso nelle Marche ben 20 anni della mia vita fra lezioni di chitarra, versi di Leopardi, scampagnate sul Conero, ciauscolo e feste del vino.
Vivo a Bologna da ormai 11 anni: sono socia di MagillaGuerrilla, agenzia di marketing strategico e convivo con un gatto e un ingegnere. Si: alla fine il gatto e io abbiamo dovuto accettare anche l’ingegnere.
Nella vita alcune volte faccio cose che non vorrei fare (come lavorare fino a tardi) e vorrei fare cose che non faccio (andare più spesso al cinema). Come ho precisato all’inizio, sono ancora in beta: spero che a rodaggio finito riuscirò a trovare un equilibrio sensato fra il dovere e il piacere.
Naturalmente nel tempo libero conduco la battaglia che ogni marchigiano (nativo e adottivo) deve condurre: le Marche non sono l’Abruzzo. Le Marche non sono l’Umbria. Le Marche sono le Marche. Non sono la nuova Toscana.
Le Marche sono semplicemente le Marche. Con le colline stupende, le olive all’ascolana, le Due Sorelle e una vasta cultura dialettale. 😊
Vivi a Bologna da 11 anni ma … torni mai nelle Marche?
E quando torni dove ritrovi i luoghi del cuore?
Quali scegli di raccontarci?
Non torno spessissimo nelle Marche, ma cerco di condividere il più possibile la cultura marchigiana che pare sconosciuta ai più, poiché tenere per sé le cose belle è un atteggiamento irresponsabile ed egoista. Per quale motivo ci viene donata una bella voce se poi non la condividiamo cantando?
Beh, allo stesso modo, per quale motivo viviamo in una regione magica se poi non la condividiamo con chi è alla ricerca della bellezza?
So che è una parola super abusata, ma per me le Marche sono sinonimo di detox: il tempo scorre lento. In generale, nelle Marche, il tempo è diverso. Puoi scegliere di far scorrere il tuo tempo al mare. Cambiare idea e, senza cambiare regione, giusto a pochi chilometri, trascorrere il resto della giornata su un monte.
Oppure rilassarti vicino a un fiume.
Oppure nutrendo gli occhi dei colori inebrianti di una vigna in autunno.
Oppure guardando l’ultimo orizzonte tanto caro a Giacomo Leopardi.
-
-
- La mia tappa fissa è il monumento di Castelfidardo: un grande cuore verde che pulsa dentro questo piccolissimo borgo, in cui svetta fiero il monumento a Cialdini per la battaglia del 18 settembre 1861.
Nella selva di Castelfidardo si svolse l’ultima vera battaglia per sancire l’unità d’Italia, fra l’esercito di Cialdini e le truppe papaline.
I giardini del monumento accolgono un imponente monumento commemorativo che celebra gli eroi della battaglia.
Vale la pena avventurarsi in questo grazioso e inesplorato polmone verde per raccogliere i pensieri di una vita stressante. E lasciarli semplicemente andare via. - L’altra tappa riguarda Numana, la Spiaggia delle 2 Sorelle: da visitare non solo in estate ma da aprile in poi.
Le 2 Sorelle sono due faraglioni quasi identici che visti da una certa angolazione appaiono come due suore in preghiera. Si ergono su una baia dall’acqua cristallina, proprio sotto il Monte Conero e il parco.
La fragranza delle 2 Sorelle è qualcosa di unico: l’odore del mare si fa un tutt’uno con i profumi della terra del Conero, creando un mix irripetibile che non so spiegare… ma fa tanto bene al cuore!
- La terza tappa riguarda Spiaggia Urbani a Sirolo, rigorosamente d’inverno. Se vuoi davvero ascoltare i tuoi pensieri, Spiaggia Urbani è il posto perfetto. Puoi passeggiare sul bagnasciuga immerso nel nulla, farti assorbire dal fascino di grotta Urbani e provare vedere se il cielo è abbastanza limpido da mostrare la Croazia.
[Scoprite le bandiere blu delle Marche] - La mia quarta meta preferita è Senigallia: non solo per la spiaggia di velluto, non solo per la famosa Rotonda sul mare (eh sì, la Rotonda sul mare di Senigallia è proprio quella Rotonda di Bongusto), non solo per i magnifici bar del lungo mare, non solo per l’atmosfera anni 50 del Summer Jamboree. Senigallia è quella piccola città delicata che non ti aspetti. I sanpietrini per il centro, le spiagge belle a pochi metri, i concerti delle band che abbandonare non vorresti più. E ancora, le sale giochi come quelle di una volta, i tavolini delle gelaterie bianchi e ordinati ma non troppo, i negozi nelle vie strette. E i tramonti mozzafiato. E i Dj Set inaspettati lungo il microscopico porto. E poi, parliamoci chiaro, Senigallia è un po’ una Rimini (senza piada) che non ha mai smesso di sognare. E ce l’ha fatta!
- La mia quinta meta preferita, dove vorrei tornare più spesso, sono le Grotte di Frasassi. Non solo per il luogo in sé, del tutto unico nel suo genere, ma per il percorso necessario ad arrivare alle grotte. Tratti di strada a strapiombo su paesaggi mozzafiato, piccoli borghi e boschi incontaminati. Delle Grotte di Frasassi probabilmente avrete letto tutto e il contrario di tutto, ma andarci conoscendo le esperienze che si sono consumate in quelle cavità… beh è tutta un’altra cosa. Maurizio Montalbini ci visse per 210 giorni. In completo isolamento. Fuori dal mondo. Ecco: prendete il silenzio di quelle grotte. E assopite la mente in quel silenzio anche solo per 2 ore. Uscendo fuori, di nuovo alla luce del sole, vi sentirete catarticamente ripuliti ed energicamente “diversi” quel cuore sommerso che sono le Grotte di Frasassi.
- La mia sesta meta preferita, dove vado non abbastanza spesso, è Arcevia. Quando me ne parlarono come una gemma incastonata fra i monti marchigiani fui scettica. Pensai “Mah, che campanilismo”.
E poi l’ho vista; prima da lontano, così chiara, così lucente, sul lato di un monte. Indifferente e bellissima. Poi da vicino: e non ne ho più potuto fare a meno.
E ho capito perché Arcevia era stata definita una gemma fra i monti. Il centro della città è un piccolo borgo fermo nel tempo, dove si mangia e si beve bene. Con calma, con consapevolezza, magari ascoltando del buon jazz. Famosa per le feste del vino e per le mostre d’arte, Arcevia ha tanto da raccontare, ma bisogna avere la pazienza di scoprirla e ascoltarla. Ormai la frequento da 11 anni. E ogni volta che ritorno scopro una nuova mostra, un nuovo spettacolo, un nuovo scorcio tutto da portare nel cuore. - Ascoli Piceno: tutti parlano della famosa piazza di Ascoli Piceno, Piazza del Popolo. Elegante, eterna. Inimitabile. Eppure Ascoli, nella sua eleganza così liberty, ha ben altri segreti da scoprire, come l’eremo di San Marco. Una sorta di forte realmente abbarbicato su una parete rocciosa. Spirituale, artistico, immerso nel verde. Purtroppo ho trascorso solo una giornata su questo eremo, molti anni fa. Ma questa che è la mia settima tappa, è uno dei posti dove spero di tornare presto.
- La mia tappa fissa è il monumento di Castelfidardo: un grande cuore verde che pulsa dentro questo piccolissimo borgo, in cui svetta fiero il monumento a Cialdini per la battaglia del 18 settembre 1861.
Quale tipo di turismo vedi per il tuo territorio: da dove potrebbe iniziare un itinerario consigliato?
Domanda tostissima!
Ahimè, uno dei luoghi comuni sulle Marche è l’essere un luogo turistico per anziani e famiglie.
Ecco, io non credo che questo sia vero. Penso semplicemente che sia un posto dove il tempo scorre in maniera diversa, a stretto contatto con le esigenze di corpo e testa che ricercano un equilibrio nuovo. Ma con lentezza.Probabilmente l’itinerario dovrebbe partire dal porto turistico di Ancona, per far capire l’origine di questa città e farne comprendere il relativo sviluppo. Ancona fu scoperta dai Greci, che per la sua forma la definirono un gomito sul mare Ecco, il capoluogo delle Marche è braccio che si protende sul mare e allo stesso tempo difende la bellezza della sua terra.
Da Ancona a Portonovo passando per il Conero, magari con una sosta a MetaMonte per un panino con il ciauscolo e un bicchiere di Rosso Conero. Ammirata la potenza del mare, suggerirei Recanati, per capire la complessità di una regione vista dagli occhi di Leopardi, che non poteva che essere marchigiano. La tristezza romantica dei suoi componimenti, quella solitudine data da un senso di incompletezza, non poteva che svilupparsi in una regione i cui colori (soprattutto dell’autunno) possono sopraffare o nutrire l’anima. -
Da lì suggerirei un giro nell’entroterra, magari proprio ad Arcevia, per scoprire vini, salumi, dialetti e piatti tipici.
E credo che la tappa finale dovrebbe essere allo Sferisterio di Macerata, la nostra “versione dell’Arena di Verona”. Lo Sferisterio è un teatro semicircolare all’aperto, che ospita la stagione lirica marchigiana e alcuni eventi di tendenza.
La bellezza massiccia e allo stesso tempo delicata di questo luogo va vissuta. Magari in una luminosa serata d’estate, quando nel fissare le stelle cerchiamo anche l’ispirazione per capire meglio noi stessi.
E prima di ripartire, è necessario fare una sostanziosa colazione presso uno dei tanti bar sulla strada utile a raggiungere le Marmitte dei Giganti, un piccolo gran canyon in cui scorre il Metauro.In generale, per capire le Marche, si dovrebbe iniziare dal mare, passare ai borghi e poi immergersi nella natura selvaggia. Ecco, credo che questo potrebbe essere un buon itinerario turistico.
L’innovazione digitale continua a trainare la crescita del turismo, come il territorio può utilizzare al meglio gli strumenti esistenti?
Senza piegare il territorio agli strumenti.
Le Marche non sono e non saranno mai la nuova Toscana, non hanno la vervè del turismo romagnolo, né l’essere ruspanti dell’Abruzzo. Le Marche sono un territorio complesso, con una tipicità rurale ancor più complessa.Che gli attuali strumenti di comunicazione possono aiutare a sbrogliare: le Marche sono complesse ma non sono difficili.
Fortemente campanilistiche, incredibilmente diverse per colori, sapori, dialetto e attrazioni: le Marche sono questo.
Solo l’integrazione degli strumenti digitali può aiutare le Marche a uscire dal guscio della “vaghezza” per sviluppare una forte brand identity.
Una integrazione fatta di precisi itinerari e prodotti turistici (food e shopping, trekking, storia e arte, borghi, religione, etc.) raccontati da chi quei luoghi li vive.
In questo modo il turista arriva preparato all’esser schivo del marchigiano e capisce che non è antipatia, ma solo voglia di non veder forzato il proprio territorio.
I social media in particolare aiuitano le Marche a uscire dall’ombra del paragone con le altre regione, per acquisire una propria identità individuale, ironica e schietta.
Non solo mare, non solo spiagge, non solo Monte Conero: le Marche hanno tante “gemme” nascoste da condividere con una forma di turismo consapevole. Proviamoci insieme!Infine, quali suggerimenti potresti consigliare a chi desidera venire in vacanza nelle Marche?
Come ho elencato 7 mete fondamentali da visitare nelle Marche, ora proverò a indicarvi 7 consigli per capire veramente le Marche.
-
-
- Le Marche non sono un Salento più vicino. Le Marche sono le Marche. Turismo slow. Niente attività massive. Ama le Marche per quello che sono. Qualcosa di piccolo. E immensamente bello.
- Le Marche non sono la nuova Toscana. Coi toscani possiamo farci due battute. Ma il loro modo di vivere il turismo e il nostro sono diversi. Se vieni nei nostri agriturismi non aspettarti una chiacchiera continua. Ma accoglienza e porzioni abbondanti beh, quelle sì!
- Le Marche non sono belle solo d’estate. Ad esempio, l’autunno nelle Marche è qualcosa che potrebbe marchiarvi a vita il cuore. I colori delle nostre vigne, delle nostre colline, dei nostri tramonti sul mare in autunno … sono qualcosa che va vissuto
- Nella Marche il salame si spalma, l’oliva si frigge, il caffè si corregge col mistrà e il vino dolce è quello fatto con le visciole. Insomma, le Marche vanno gustate a tavola fra una fetta di ciauscolo, ovvero il salame che si spalma, un morso a una oliva ascolana, ovvero una oliva fritta ripiena tipica di Ascoli, un sorso di Varnelli, un mistrà, a secco o nel caffè, e il pasto si chiude davvero solo quando il vino di visciole arriva a tavola.
- Nelle Marche parliamo poco. E parliamo tanti dialetti diversi: tieniti pronto a una esplosione di accenti, terminologie diverse e piccole faide interne. Non solo fra città e città, ma anche fra quartieri dello stesso paese (soprattutto durante le feste dell’uva).
- I vincisgrassi non sono lasagne. Fidati caro turista: ti aspettiamo nelle Marche per farti capire il perché.
- Preparati a un turismo lento, in piena armonia con la natura. Non possiamo offrirti metropoli super tecnologiche e non abbiamo nemmeno la metropolitana. In cambio abbiamo spiagge mozzafiato con acqua cristallina, grotte e monti nel giro di una manciata di chilometri.
-
Beh, questo ultimo punto non è solo per i turisti ma anche per quelli che sono convinti di conoscere le Marche perché una volta, magari per sbaglio, si sono fermati a mangiare due moscioli a Portonovo. Siamo diffidenti, ma è tutta scorza: sotto uno strato di apparente antipatia, caro turista, c’è un cuore pesciarolo, montanaro, scarparo e/o di varnelli che non ti abbandonerà.
Ma se ci chiedi di essere simpatici come i toscani o accoglienti come i romagnoli, “puoi pure ji lì casa”. (tradotto: puoi pure tornartene a casa).Conclusioni
Ringrazio tantissimo Valentina per aver dedicato anima e cuore nel rispondermi, perché non è facile sentirsi dire cosa non si è e allora diventa importante riconoscerci partendo focalizzati verso una propria identità e l’idea di un turismo sempre più lento e personalizzato sta proprio bene addosso alle Marche.
A presto. Silvia
-
Grazie bellissima e interessante intervista, se permettete aggiungerei un piccolo gioiello, un paesino che si chiama Torre di Palme affascinante da non perdere. Ciao.
Ciao Wanda, grazie mille per i complimenti. Torre di Palme ha un fascino ammaliante e sicuramente verrà citato nelle prossime interviste. Continua a seguirci. A presto.