Maria Mater Misericordiae, la mostra a Palazzo del Duca di Senigallia, è un viaggio artistico alle radici del sacro che nutrirà il vostro spirito attraverso la bellezza. Opere di grandi artisti come Leonardo da Vinci, Perugino, Rubens, Carlo Crivelli, Lorenzo Monaco fanno parte di un affascinante racconto per immagini. Che ne dite di affidarvi totalmente ai più grandi artisti dal Duecento al Settecento per un viaggio irripetibile?
Questa esposizione, visitabile fino al 29 gennaio 2017, fa parte delle quattro grandi mostre del Giubileo della Misericordia promosse dalla Regione Marche (clicca qui), che hanno permesso ai visitatori di ammirare preziose opere d’arte e visitare le città di Ascoli Piceno, Loreto, Osimo e Senigallia.
In particolare la città di velluto ospita, nel cuore del centro storico, una mostra che rapisce l’animo umano e tocca le corde delle emozioni indagando il forte sentimento devozionale nei confronti di Maria, Madre Misericordiosa, alla quale nei secoli passati veniva chiesta protezione per i propri cari e per le proprie città minacciate dall’incubo della peste. L’esposizione offre anche l’occasione di avvicinarsi a un tema iconografico suggestivo che costituisce uno spaccato del patrimonio di fede e d’arte dell’intera umanità.
La mostra accoglie oltre quaranta autentici capolavori provenienti dalle più prestigiose raccolte museali quali i Musei Vaticani, la Galleria degli Uffizi, la Pinacoteca Nazionale di Siena, la Galleria Nazionale delle Marche, la Galleria Borghese di Roma, il Museo Nazionale di Capodimonte a Napoli, l’Accademia Carrara di Bergamo. Un nucleo delle opere di questa mostra è stato esposto durante l’estate a Cracovia, in occasione della Giornata Mondiale della Gioventù, integrato da alcuni capolavori provenienti dalle varie chiese e musei italiani: opere dal valore inestimabile che tracciano un fil rouge tra religione, devozione e arte attraverso i secoli.
Il percorso della mostra è stato organizzato per far comprendere al visitatore i mutamenti iconografici ai quali è sottoposta l’immagine mariana che hanno il loro punto iniziale nella Madonna della Misericordia o Madonna del Manto alla quale i fedeli chiedono un’opera di intercessione per salvare la comunità. Oltre a questa particolare iconografia, vengono esposte altre raffigurazioni mariane come la Madonna del latte o le rappresentazioni orientali della Vergine, sempre legate al suo ruolo di protettrice e di intermediaria tra i fedeli e Dio.
Tra i capolavori assoluti esposti in questo viaggio artistico e religioso, troviamo il dipinto La vergine delle rocce di Leonardo da Vinci, presumibilmente la seconda o terza versione realizzata nel 1495-1497. In questa opera, dapprima della collezione Chéramy di Parigi ed oggi conservata in una collezione privata in Svizzera, Leonardo realizza l’immagine della Vergine Maria colta in un amorevole gesto di protezione che, con il suo manto aperto e dispiegato, sembra voler ricordare l’ampia produzione delle Vergini del manto, o della Misericordia, tema che forse poteva affascinare il maestro da Vinci.
In mostra è esposta anche la più antica rappresentazione iconografica di questo soggetto: la Madonna della Misericordia dipinta da Barnaba da Modena tra il 1375 e il 1376, conservata nella Chiesa dei Servi di Genova. Quest’opera può essere considerata come il prototipo più antico nell’arte della penisola della nuova iconografia della Madonna della peste o delle frecce, dove la vergine è raffigurata nell’atto di offrire protezione sotto il proprio mantello alla popolazione della città, esposta ad un’inarrestabile pioggia di frecce scagliate dagli angeli e dal Figlio, la cui immagine è, perduta. Altra opera di straordinaria bellezza che impreziosisce ulteriormente la mostra è la Madonna del latte di Carlo Crivelli, conservata nella pinacoteca parrocchiale della chiesa dei santi Pietro, Paolo e Donato di Corridonia (MC). La tavola databile al 1472 è considerata opera eccelsa: in questo dipinto il Crivelli abbandona il tradizionale fondo oro e raffigura Maria seduta su un trono con il tipico drappo alla veneziana che cala coprendo lo schienale, ed è attorniata da una gloria di cherubini e serafini su uno sfondo di colore azzurro. Sacro e terreno si uniscono in questo semplice racconto dove la Madonna tiene il Bambino in braccio, lo allatta e lo guarda con la tenerezza di una madre e con l’inquietudine di chi conosce già il dolore che l’attende.
La mostra di Senigallia permette un viaggio nell’iconografia mariana nell’arte dal Duecento al Settecento e fa conoscere al grande pubblico il tema della Misercordia che è, secondo il termine utilizzato, l’incontro di due parole: miseria e cuore, ma anche l’incontro tra la miseria della condizione umana e il cuore di Dio.
Info utili
L’evento artistico, curato da Giovanni Morello e Stefano Papetti e realizzato dal Comune di Senigallia e Regione Marche in collaborazione con la Fondazione Giovanni Paolo II e con l’ANCI Marche,
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