Tre teatri per tre compositori nelle Marche

Le Marche ospitano, tra i vicoli e le strade delle città e dei borghi, dal mare agli appennini, centinaia di teatri, luoghi dove l’arte e la cultura, in tutte le loro sfaccettature, hanno visto artisti esprimersi e pubblico ridere, commuoversi e riflettere. La Regione Marche è infatti chiamata “Regione dei cento Teatri”, visto l’elevato numero delle strutture, perlopiù risalenti al Settecento e all’Ottocento, veri capolavori da ammirare anche dal punto di vista architettonico.

Oggi vi portiamo con noi in un viaggio alla scoperta di tre importanti teatri dedicati a tre grandi compositori marchigiani. Avete già capito di quali compositori e di quali teatri stiamo parlando?

Teatro “Giovanni Battista Pergolesi” a Jesi

Giovanni Battista Draghi detto Pergolesi, nato a Jesi, fu uno dei più illustri compositori di opere e musica sacra del Settecento, oltre che organista e violinista.
Il soprannome Pergolesi deriva dal nonno Cruciano, allievo del Maestro Francesco da Pergola (calzolaio), che si traferì a Jesi per amore; con il passare degli anni, la sua famiglia venne designata con il soprannome Pergolesi.

Il quindicenne Giovanni Battista fu ammesso al Conservatorio di Napoli dove, dopo il diploma, allestì la sua prima opera che non ottenne particolare favore; a questa seguì invece il suo più grande successo in vita, “Lo frate ‘nnamorato”, commedia in musica in italiano e napoletano.

Destino particolare quello del compositore: morto a soli 26 anni, ottenne in vita fama limitata ma, dopo la morte, divenne noto in tutta Europa per “La serva padrona”, celebre intermezzo buffo, dove i personaggi erano rappresentati in modo molto realistico. Le poche informazioni certe sulla sua vita hanno portato al fiorire di fantasiosi aneddoti; si insinuò addirittura il dubbio che la sua tragica fine fosse dovuta non a cause naturali ma all’avvelenamento da parte di musicisti invidiosi del suo talento.

Nel 1790 si decise di sostituire il vecchio Teatro Leone di Jesi; alcuni illustri cittadini sostennero il progetto e lo affidarono a due architetti, il fanese Ciaraffoni e l’imolese Morelli. Il Teatro della Concordia venne inaugurato nel carnevale del 1798 e subì nel corso degli anni numerosi interventi, tra cui, nel 1839 l’aggiunta dell’orologio monumentale sulla facciata e, qualche anno dopo, l’installazione del sipario realizzato dal pittore jesino Luigi Mancini, in cui è raffigurato l’ingresso di Federico II a Jesi (evento probabilmente mai accaduto).

Nel 1883 il teatro venne dedicato al celebre concittadino, acquisendo la denominazione definitiva di “Giovanni Battista Pergolesi”, nel 1929 divenne di proprietà del Comune e, nel 1947, dopo una serie di sospensioni e di riprese delle attività, riaprì definitivamente.
Nel 1968, grazie all’allora direttore artistico Carlo Perucci, ottenne il riconoscimento di “Teatro di Tradizione”, qualifica particolarmente significativa perché mai assegnata prima di allora a un teatro non situato in una città capoluogo di provincia. Dall’estate 2005 la Fondazione Pergolesi Spontini gestisce il teatro, organizzando eventi artistici e molte altre attività culturali.

Teatro “Gaspare Spontini” a Maiolati Spontini

Gaspare Spontini fu un importante compositore, nato nel 1774 a Maiolati, uno dei Castelli di Jesi. Destinato ad una carriera ecclesiastica, mostrò invece ben presto una inclinazione per la musica, che lo portò prima al conservatorio di Napoli e poi a lavorare in tutt’Europa. Agli inizi del 1800, entrato alla corte della futura imperatrice Giuseppina, compose opere che ottennero molto successo (“Il Milton”, La Vestale” e “Fernando Cortez”) e che gli procurarono una posizione di rilievo a Parigi, presso la Corte di Napoleone prima e di Luigi XVIII poi.

Nella capitale francese conobbe e sposò Celeste Erard, figlia di un celebre produttore di strumenti musicali, in particolare il fortepiano, predecessore dell’attuale pianoforte.
A seguito della caduta di Napoleone Bonaparte, Gaspare Spontini si trasferì alla corte di Federico Guglielmo III di Prussia a Berlino.

Nonostante la sua carriera lo portasse in giro per l’Europa, tornava periodicamente a Maiolati, dove nel 1842 acquistò una casa, non lontano da quella in cui era nato. Nella sua città natale, dove tornò definitivamente all’età di 71 anni, Gaspare Spontini si dedicò a numerose opere benefiche e fece allestire un parco, oggi chiamato “Parco Colle Celeste”, dedicato alla sua amata moglie sul modello di quello che la sua famiglia possedeva in Francia.
Le sue spoglie riposano nella Cappella dell’Ospizio che egli stesso e la moglie avevano fondato.

Nel 1994 è stato inaugurato il nuovo teatro comunale dedicato a Gaspare Spontini, con la ristrutturazione del precedente risalente agli anni Trenta. Accedendo al teatro dai portici antistanti il Palazzo Comunale, ci si trova davanti ad uno spazio molto diverso da quello tipico dei tanti altri teatri della Regione: non ci sono palchetti, né loggione. La sala, con i suoi 424 posti in platea, è un tipico ambiente contemporaneo, più simile ad un cinema che ad un classico teatro.
Anche la stagione teatrale del teatro di Maiolati è affidata alla Fondazione Pergolesi Spontini.

Teatro “Gioacchino Rossini” a Pesaro

Gioacchino Rossini è passato alla storia come uno dei più celebri compositori italiani dell’Ottocento; pur essendosi dedicato a diversi generi musicali, è ricordato soprattutto come un grande operista, autore di capolavori quali Il barbiere di Siviglia, La Cenerentola, L’italiana in Algeri, Gugliemo Tell, La gazza ladra e molti altri.

Nato il 29 febbraio 1792, il Cigno di Pesaro, come venne chiamato, compose decine di opere liriche, comiche e serie. Alla giovane età di venti anni, aveva già visto rappresentate alcune sue opere a partire da “La cambiale di matrimonio” allestita nel 1810 a Venezia.
Alle prime dei suoi lavori, il pubblicò riservo accoglienze contrastanti, come nel caso de “Il barbiere di Siviglia”, attaccato violentemente dai suoi detrattori nel 1816 a Roma ma acclamato solo pochi giorni dopo.

In seguito ad una crisi depressiva e creativa, nel 1829 Rossini abbandonò il teatro dell’opera, dedicandosi perlopiù alla composizione di musiche sacre, come il celebre Stabat Mater.
Trasferitosi a Parigi, vi morì nel 1868, nominando come suo erede universale il Comune di Pesaro; le sue spoglie furono trasferite nel 1887 dal cimitero parigino di Père Lachaise alla basilica di Santa Croce a Firenze.

Nel 1637 a Pesaro sorse il Teatro del Sole, su concessione di Urbano VIII, che nei secoli subì numerosi interventi di restauro e venne inaugurato nuovamente, come “Teatro Nuovo”, nel 1818 con la messa in scena de “La Gazza Ladra” diretta dall’allora ventiseienne Gioacchino Rossini, già noto a livello internazionale.

Dal punto di vista architettonico, dell’antico edificio è ancora possibile ammirare oggi il portale bugnato opera di Filippo Terzi, mentre il sipario, realizzato da Angelo Monticelli, e la struttura in stile neoclassico, progettata da Ghinelli, risalgono all’inizio del 1800. La pianta a ferro di cavallo con quattro ordini di palchi rispecchia quella tipica del “teatro all’italiana”.

Solo nel 1855 il teatro venne intitolato al celeberrimo compositore nato a Pesaro. Nel 1980 inizia una nuova fase della vita del teatro, ricca di iniziative e di attività, grazie anche alla nascita in quello stesso anno del Rossini Opera Festival.

Info utili

Immagine di copertina – elaborazione su foto di Rosalia Filippetti dal sito di “Fondazione Pergolesi Spontini”

Ritratti di Giovanni Battista Pergolesi e di Gaspare Spontini – Sito Fondazione Pergolesi Spontini
Ritratto Gioacchino Rossini – Facebook “Museo Nazionale Rossini”

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