Un borgo racchiuso dalle mura, un paese che sprigiona allegria con il suo evento Clown&Clown Festival, un territorio ad alto tasso di creatività con la più la grande concentrazione di brand della moda e delle calzature, per grandi e piccoli, nel cuore del Distretto maceratese-fermano. Avete già capito dove siamo?
A Monte S. Giusto, in provincia di Macerata, il simbolo dell’altro Rinascimento nelle Marche che nei giorni di Pasqua acquista un’importanza particolare perché offre un motivo in più per essere visitato: meditare di fronte al dipinto raffigurante la Crocifissione di Lorenzo Lotto.
Meditazione: una parola difficile, che in questo caso viene incontro alla esigenze del fedele, di sostare e rivivere il Mistero più alto della spiritualità cristiana, la Passione e poi la Resurrezione, come un uomo del ‘500 poteva fare, di fronte a un opera d’arte; ma viene anche incontro a chi non necessariamente ha fede ma vuole immergersi nella conoscenza di un dipinto non solo per l’esperienza estetica che comporta – e la Crocifissione di Lorenzo Lotto vale un viaggio solo per questo – ma per afferrarne il mistero, quell’intreccio tra arte, vita, pittura, che trasformano un’opera in un capolavoro di tutti tempi.
La Crocifissione di Lorenzo Lotto della piccola chiesa di S. Maria in Telusiano nel centro storico di Monte S. Giusto, è un dipinto di quasi 5 metri di altezza (450 x 250 cm) dotato della cornice in legno dorato originale: un capolavoro nel capolavoro. Fu realizzato per l’altare maggiore probabilmente tra il 1525, anno in cui Lorenzo Lotto è a Jesi per ricevere la committenza della Pala di S. Lucia (altro capolavoro che vale un viaggio, consegnata nel 1532) e il 1529, anno di consacrazione della chiesa ad opera di Niccolò Bonafede, Protonotario Apostolico (Monte S. Giusto 1464-ivi 1534).
Ma chi era costui? Servitore di cinque Papi (Alessandro VI Borgia, Paolo III Piccolomini, Giulio II della Rovere, Leone X e Clemente VII Medici), politico e soldato, governatore e commissario del Papa a Perugia, a Rimini, a Forlì, a Bologna, nella stessa Roma; “un uomo tipico del suo secolo, Niccolò Bonafede, un prete che sapeva maneggiare con altrettanta disinvoltura la spada e l’aspersorio e portare con uguale noncuranza la stola e la corazza”, come scrive Antonio Paolucci.
Ma era anche un uomo che amava la sua patria, Monte S. Giusto: e lì volle costruire la sua corte rinascimentale, il suo magnifico palazzo oggi sede del Comune, e qui volle onorare la sua città con l’opera di Lorenzo Lotto.
Entrando nella piccola chiesa di S. Maria in Telusiano, lungo una stradina in discesa dalla piazza principale di Monte S. Giusto, si ha quasi un senso di disorientamento: una chiesa così piccola, un uscio così minuto, e, di fronte a noi una macchina pittorica del Rinascimento grandiosa, dove la cornice bellissima, perfetta, classica, custodisce questo dipinto che arriva al nostro cospetto in modo forte e impetuoso.
Ci avviciniamo e piano piano ci si rende conto di essere di fronte a una scelta: guardare o “sentire”. Guardare o lasciarsi trasportare. Perché questo quadro, come altri di Lorenzo Lotto, ha una dimensione e una regia teatrale tale che chi guarda, se vuole, entra e partecipa alla scena raffigurata.
Dal gruppo in primo piano con Maria Vergine che crolla per il dolore della crocifissione del Figlio, sorretta da San Giovanni e le pie donne, noi siamo attratti: vediamo e sentiamo forte il dolore amplificato dal suono assordante dei colori forti, ma dissonanti (osservate il rosso, il verde, il blu, il viola, l’arancio, l’azzurro e il rosa uno di seguito all’altro scorrendo le vesti dei personaggi e capirete).
Seguiamo San Giovanni (che ha le sembianze di Camillo, figlio di Nicolò Bonafede) che si volta verso di lui, in orazione, mostrandogli, la scena da meditare aiutato dall’angelo: il dolore umano per la Morte di Cristo, che dal primo piano sale sullo sfondo, sul Golgota.
Qui guardando sentirete le voci, lo scalpitare dei cavalli, il rimbombo delle lance che si intrecciano, il dolore dei due ladroni ancora in vita: al centro il Cristo morto, in alto, lontano, sotto il cielo più buio della storia dell’arte. Ricorderete in quel momento il Vangelo della Passione, che avete forse ascoltato da piccoli, il cielo che si fa nero, il senso di smarrimento, visibile anche nello sguardo dei cavalli, e di perdita.
E alla fine tutto si astrae e rimane verso di noi lui, il centurione che ci guarda, sommesso, e sembra riportarci alla realtà dopo che la tragedia si è consumata.
Sono tante le cose da dire ancora su questo quadro: chi vuole può approfondirne lo studio utilizzando le informazioni indicate sotto. Sono tante, certo, per un solo dipinto che vale una stanza di opere del Metropolitan di New York: non per sminuire l’importanza del museo americano, tutt’altro; ma per far capire che il nostro Metropolitan è a un passo da casa. Anzi è lì da 500 anni. Grazie a un cittadino di Monte S. Giusto e a un artista che tanto ha amato le Marche tanto da sceglierle come luogo dove trascorrere gli ultimi anni della sua vita.
Guarda il video e immergeti nella bellezza di quest’opera
Continua il viaggio alla scoperta di Lorenzo Lotto nelle Marche
Le Marche sono un vero e proprio museo diffuso dell’opera del Lotto per la vastità e la preminenza artistica dei documenti che il pittore vi ha lasciato. Queste opere ancora oggi sono collocate, per la maggior parte, negli stessi luoghi per cui furono realizzate. Sono ben 8 le città lottesche visitabili e 24 i capolavori presenti sul territorio.
Sei interessato alle opere di Lorenzo Lotto vicine dal punto di vista iconografico alla Crocifissione di Monte San Giusto? Ti consigliamo in primis la cimasa del Polittico di S. Domenico di Recanati (1506-1508), tornato a nuovo e inedito splendore dopo il restauro finanziato da ENEL e realizzato in occasione della mostra dedicata all’artista veneto presso le Scuderie del Quirinale (2011) a seguito delle indagini diagnostiche sostenute dalla Regione Marche nell’ambito del progetto interregionale Terre di Lotto. Di seguito a Jesi, la Deposizione, dove la scena tragica in primo piano nello sfondo del paesaggio marchigiano e del Mare Adriatico ritrova un momento di serena compostezza.
Info Utili
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- Chi era Niccolò Bonafede, il potente protonotario apostolico committente della Crocifissione
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